[OFF TOPIC] Dislessia, cause e rimedi

Alla base di qualsiasi tipo di formazione vi è la capicità di saper leggere e scrivere; abilità non facili da acquisiri infatti, statisticamente, in ogni classe elementare vi è almeno uno studente che presenta questo deficit (dislessia).

La dislessia è un deficit parziale perché nel soggetto non vi sono difetti di vista o di altro genere, anzi, i bambini dislessici hanno uno sviluppo normale, addirittura, la gran parte, sono più intelligenti della media, probabilmente per un meccanismo di compensazione. Ma come nasce questo disturbo? Le cause non sono state del tutto chiarite, vi possono essere fattori organici o psicologici. In entrambi i casi, il risultato più diffuso è un difetto dell’orientamento del satellite oculare.

C’è da premettere che noi non vediamo con tutto l’occhio, solo una piccola porzione della retina svolge questo ruolo; Per leggere è indispensabile un orientamento dello sguardo adeguato, l’orientamento è necessario a dirigere la porzione della retina addetta alla vista in varie direzioni per dar vita a dei rapidi movimenti che, al momento della lettura, saltano da una lettera all’altra.

Affinché possano essere identificate parole o sillabe, la retina deve essere guidata dal cervello. Nei soggetti dislessici è questa guida a mancare. Studi condotti su 3000 bambini e adolescenti, hanno dimostrato che il cervello può imparare a vedere in modo corretto: gli studenti più piccoli (tra i 7-8 anni), con o senza dislessia, non hanno ancora il pieno controllo dello sguardo: in tal caso il cervello deve imparare a controllare meglio gli occhi. A confermarlo è uno studio condotto da Kara Dyckman e Jennifer McDowell dell’Università della Georgia. Le due psicologhe hanno dimostrato che con esercizi mirati, della durata di sole due settimane, i difetti di gestione dello sguardo diminuivano e la capacità di lettura e scrittura aumentava.

I bambini dislessici dovrebbero seguire un vero e proprio programma di addestramento al controllo delle saccadi (movimenti oculari atti a rivolgere lo sguardo nella direzione di interesse). Gli esercizi del programma di addestramento prevedono un allenamento intensivo dello sguardo: il bambino dovrebbe seguire su uno schermo, un simbolo che cambia rapidamente direzione; quando il simbolo scompare, il bambino dovrà saper indicare l’ultima sua direzione. A caratterizzare la difficoltà di questo compito sarà proprio la velocità degli spostamenti del simbolo. La velocità, infatti, sarà aumentata gradualmente in base ai progressi del bambino.

Durante i test, gli esercizi sono stati svolti a casa quotidianamente in un arco di tempo compreso fra tre e sei settimane. I risultati sono stati ottimi, si è dimostrato che alla fine dell’addestramento, i bambini riuscivano a controllare meglio i “salti degli occhi” (le saccadi, la gestione dello sguardo): gli errori di lettura subirono un decremento pari al 50%.

In alcuni casi, i ricercatori ritengono che i dislessici abbiano difficoltà, non solo nella lettura, ma anche nel capire la lingua parlata. Tale fattore complicherebbe ulteriormente la decifrazione delle lettere. Per il motivo appena indicato, i ricercatori analizzano la cosiddetta “consapevolezza fonologica“, ovvero la capacità che ha il bambino di distinguere fra loro i diversi suoni verbali. E’ importante capire se il bambino ha difficoltà ad elaborare la parola verbale -oltre quella scritta-, questo si può fare prendendo in esame le parole che iniziano con la B e la G così da capire se il bambino potrà distinguere i due diversi suoni verbali. Altri indicatori sono le sillabe “ang” e “anz”. In questo caso un esercizio valido potrebbe essere quello di giocare con il piccolo a trovare le rime e suddividere le parole (verbalmente) prima in sillabe e poi in fonemi. Ovviamente se il bambino riesce a distinguere tutti i fonemi vorrà dire che avrà difficoltà esclusivamente legate alle saccadi, quindi alla lettura.

Si tratta di un problema molto diffuso, che colpisce più maschi che femmine. In Italia è catalogato come disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) insieme alla disortografia (difficoltà nel trasformare il linguaggio parlato in scritto), disgrafia (disturbo nell’esecuzione del tratto grafico) e discalculia (difficoltà del calcolo e dell’elaborazione numerica). Secondo i dati dell’Associazione Italiana Dislessia, questo disturbo riguarda in Italia, 1.500.000 persone, delle quali 315.000 sono alunni di età compresa tra i 6 e 18 anni. Come già detto, si tratta di un deficit parziale in quanto lascia intatto il funzionamento intellettivo generale. Trattandosi di un disturbo molto diffuso, sono stati sviluppati software gratuiti per esercizi, i software sono disponibili al download a questa pagina.

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