Fukushima, scendono in campo gli Stati Uniti

Oggi un team di ingegneri nucleari statunitensi è atterrato a Tokyo e ben presto un aeroplano spia potrà avvicinarsi abbastanza al reattore per rilevare l’effettiva situazione.

L’esercito giapponese ha utilizzato dei cannoni ad alta pressione per pompare acqua all’interno del reattore: primo tentativo fallito.Il secondo tentativo è stato quello di far sorvolare degli elicotteri sulla centrale di Fukushima e di scaricare l’acqua dal cielo.

Purtroppo anche il secondo tentativo è fallito: l’elicottero nipponico doveva necessariamente tenersi ad una distanza di 90 metri e da quell’altezza, gran parte dell’acqua è spazzata via dal vento e non giunge al bersaglio principale. Questo espediente è stato sospeso dopo 4 tentativi.

In un raggio di 240 km a nord di Tokyo, le radiazioni sono così alte che gli operatori non possono lavorare più di qualche minuto nei pressi dell’impianto. L’ideale sarebbe ripristinare l’elettricità alla centrale così da poter alimentare delle pompe più efficienti che potrebbero essere impiegate per rilasciare dell’acqua direttamente sulle barre del combustibile.

Oggi, Barack Obama ha telefonato il premier Naoto Kan, in primis per esprimere la sua ammirazione per il coraggio del popolo nipponico e per rinnovare la sua offerta di assistenza così da tenere testa alla crisi nucleare.

I sistemi di raffreddamento dell’impianto sono stati distrutti dal terremoto e lo tsunami ha messo fuori gioco i generatori di emergenza. I funzionari giapponesi affermano che il ripristino dell’elettricità è vicino ma anche in quel caso ci saranno delle difficoltà con il sistema di pompaggio: alcuni dispositivi dovranno essere sostituiti e questo richiederà altro tempo.

Tempo che la centrale di Fukushima non ha. Oltre ai reattori, vi sono delle vasche di raffreddamento in cui sono depositate delle barre di combustibile già utilizzate, le cosiddette scorie. Queste restano calde per molto tempo e attuamente, se le vasche si danneggiano, c’è il rischio di un incendio e rilascio di radiazioni letali.

Durante la telefonata il signor Obama ha affermato che gli Stati Uniti “sono determinati a fare tutto ciò che è possibile per sostenere il Giappone nella sua opera di ripristino“. Gli USA non solo hanno inviato degli esperti del settore nucleare ma anche un particolare veivolo aereo che non ha necessità di un pilota.

Questo veivolo autonomo potrà avvicinarsi abbastanza alla centrale di Fukushima per effettuare ulteriori rilevamenti in seguito ai quali si potrebbe ipotizzare di utilizzare elicotteri automati –senza pilata– per raffreddare i reattori e tamponare le radiazioni. La fattibilità dell’opera non è per niente sicura ma di certo l’aereo spia inviato dali USA porterà alla luce maggiori informazioni e di conseguenza maggiori sbocchi e soluzioni.

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