Nel 2020 le rinnovabili costeranno meno del nucleare francese

Entro la fine del decennio, l’elettricità ottenuta dall’eolico onshore e dagli impianti solari potrebbe diventare più competitiva di quella ottenuta dalle centrali nucleari francesi

Très cher nucléaire. Nucleare molto costoso. Così titola Greenpeace il suo nuovo studio sui costi e le spese dei francesi per supportare l’energia dell’atomo. Il documento, che arriva non a caso pochi giorni prima della presentazione della nuova strategia energetica del Governo di Parigi, mette a confronto le energie rinnovabili con l’energia nucleare e rivela che entro la fine del decennio, l’elettricità ottenuta dall’eolico onshore e dagli impianti solari potrebbe diventare più competitiva di quella ottenuta dalle centrali nucleari francesi.

Secondo il report, gli investimenti necessari per aggiornare i 58 reattori nucleari di EDF al fine di portarli più o meno allo stesso livello di sicurezza di un reattore EPR di nuova generazione, richiederebbero in media 133 euro per megawattora. Tale stima, sulla base di un prolungamento della durata di vita degli attuali reattori da 10 anni a 50 anni e una preventivata spesa di 4,4 miliardi di euro a reattore, renderebbe l’energia dell’atomo di gran lunga meno competitiva rispetto l’eolico a terra già dal prossimo anno. In realtà, nonostante EDF abbia assicurato la vita delle centrali possa essere estesa per altri 20 anni, l’Authority per l’energia francese ancora non si è espressa in merito.

Le attese sono anche per il discorso del ministro dell’Energia Segolene Royal, che la prossima settimana presenterà il tanto atteso (il Governo è in ritardo di due anni) schema di legge sulla transizione energetica nazionale in cui si preciserà come la Francia ridurrà la quota di energia atomica al 50 per cento rispetto all’attuale 75 per cento entro il 2025.

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