Braccialetti+luminosi%2C+come+funzionano
tecnologia-ambienteit
/braccialetti-luminosi-come-funzionano/amp/
Categorie Guide

Braccialetti luminosi, come funzionano

Pubblicato da
Anna De Simone

braccialetti luminosi come funzionano

Braccialetti luminosi: come funzionano, cosa contengono e come fare per ricaricarli. Tutte le info sul mondo dei braccialetti luminosi fluo.
Manifestazioni, feste, eventi, serate in discoteca… tutti sfoggiano qualcosa di luminoso che brilla al buio… ma di cosa si tratta e soprattutto, come può un oggetto tanto piccolo emettere tutta quella luce senza alcuna fonte di energia? In questa pagina vi sveleremo come funzionano i braccialetti fluo e cosa contengono per manifestare la reazione luminosa.

Braccialetti luminosi, come funzionano

Se vediamo una lucciola brillare nel buio, non ci stupiamo più di tanto: è la natura e si tratta di un normale processo di bioluminescenza. In natura, la bioluminescenza torna utile a diversi animali, non solo lucciole ma anche pesci, molluschi, funghi e vermi!

L’uomo ha deciso di sfruttare reazioni chimiche affini per realizzare oggetti luminosi che tornano utili in diversi settori: dalla pesca, alle segnalazioni in autostrada, fino al settore ludico dei braccialetti, collane, anelli e altri oggetti luminosi, pronti a brillare nella notte.

I due reagenti protagonisti del fenomeno della bioluminescenza nelle lucciole sono i composti chimici luciferina e luciferasi. Per funzionare, i braccialetti luminosi sfruttano un meccanismo molto simile, una reazione innocua di carattere esotermico, cioè che sprigiona energia. La reazione sprigiona energia principalmente in forma di luce solo una minima parte è dissipata in forma di calore, impercettibile per chi usa i braccialetti luminosi fluo.

Braccialetti luminosi, cosa contengono

Di cosa sono fatti i braccialetti luminescenti fluo? Per capire al meglio come funziona un braccialetto luminoso, questo deve essere “scomposto” in singole componenti e non può essere visto nel suo insieme di unità. Un braccialetto luminoso è composto da un involucro esterno, un elemento tubolare in materiale plastico o silicone.

All’interno dell’elemento tubolare è presente un primo reagente, in genere si tratta di perossido di idrogeno, se avete già sentito questo nome, non vi sbagliate… si tratta di acqua ossigenata! Il perossido di idrogeno è capace di attivare il secondo reagente chimico, che è quello in grado di emettere luminosità.

All’interno dell’elemento tubolare vi decorre un ulteriore corpuscolo, un’ampolla in materiale simil-vetro che contiene il secondo reagente, in genere si tratta di un estere. Questi due reagenti riescono a produrre luce grazie alla presenza di pigmenti fluorescenti da cui dipende il colore.

Braccialetti luminosi, come attivarli

Come attivare la reazione chimica luminescente? Per avviare la reazione e attivare il braccialetto luminoso, non bisognerà fare altro che piegare la bacchetta rompendo la fiala (o ampolla) contenuta nell’elemento tubolare. In questo modo, i due reagenti inizieranno a mescolarsi tra loro avviando la reazione luminescente.

Il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) e l’estere (in genere difenil ossalato) reagendo tra loro forniscono l’energia necessaria per eccitare gli elettroni dei pigmenti fluorescenti che così emettono luce.

Reazione chimica di collane e bracciali luminosi

Approfondimento chimico: come avviene la reazione della luminescenza? Mescolando il perossido con l’estere fenilico dell’ossalato, una reazione chimica avviene, producendo due molecole di fenolo e una molecola di estere perossiacido (1,2-dioxetanedione). Il perossiacido decompone spontaneamente ad anidride carbonica, rilasciando energia che eccita i pigmenti fluorescenti (colorante), che poi si rilassano rilasciando un fotone, cioè energia luminosa. La lunghezza d’onda del fotone -ovvero il colore della luce emessa- dipende dalla struttura del colorante (pigmento fluorescente) ecco perché i braccialetti luminosi di due colore hanno un costo più elevato! La reazione chimica è mostrata nell’immagine in basso con tanto di strutture molecolari dei composti reagenti contenuti nei braccialetti fluo.

Braccialetti luminosi, come si caricano

Braccialetti luminosi fluo, come ricaricarli? Non è possibile ricaricare i braccialetti luminosi perché, come descritto, non hanno una fonte di energia come i classici accumulatori ai quali siamo abituati. Una volta terminato il reagente, finisce l’effetto!

E’ vero, non è possibile ricaricare i braccialetti luminosi ma è possibile preservare la reazione così da farli durare più a lungo. Per aumentare la durata dei braccialetti luminosi bisognerà conservarli in ambiente a temperatura controllata. Il calore accelera la reazione chimica luminescente, per questo, per rallentarla basterà conservare i braccialetti luminosi nel freezer: poneteli in una bustina chiusa ermeticamente!

Braccialetti luminosi, durata e dove comprarli

Quanto durano i braccialetti luminosi fluo? La durata è difficile da stimare a priori perché tutto dipende dal produttore e da altri fattori come umidità e temperatura ambiente. Se non possiamo controllare i tassi di umidità di un ambiente ne’ tantomeno la temperatura, possiamo però fare indagini sul produttore.

Al momento dell’acquisto, scegliete braccialetti luminosi realizzati con alti dosi di reagenti. Tra i vari produttori segnaliamo braccialettistarlightfluo.com che commercializza braccialetti luminosi Fluorescenti che contengono una concentrazione di reagenti tre volte superiore alla media proposta dalla concorrenza di mercato. Una concentrazione di reagenti più elevata si traduce con una maggiore durata della reazione chimica luminescente ma anche una maggiore emissione luminosa.

Braccialetti luminosi, sono nocivi?

I braccialetti luminosi fanno male? Assolutamente no! Stando a salutisti improvvisati, i braccialetti luminosi sarebbero radioattivi… come è chiaro, la reazione chimica della luminescenza descritta in precedenza, non ha nulla a che vedere con le radiazioni nocive! Anche i reagenti non sono affatto pericolosi: sono confinati in appositi compartimenti, quindi non entrano in contatto con il consumatore  o l’ambiente esterno.