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Energia

Camino a bioetanolo: consumi, riscaldamento e odori

Pubblicato da
Roberto Rais

Camino a bioetanolo

Camino a bioetanolo: ne hai sentito parlare ma non hai esattamente capito cosa è e come funziona?

Nessuna paura. Abbiamo voluto approfondire per te tutto quello che dovresti sapere sul camino a bioetanolo, sul loro funzionamento, sui consumi, sui prezzi e… su tanto altro ancora!

Vediamo dunque di cosa si tratta, in questa nostra guida che ti permetterà di sapere tutto – ma proprio tutto – sui camini a bioetanolo.

Cos’è il camino a bioetanolo

Entriamo subito nel vivo di questo argomento chiarendo che i camini a bioetanolo possono rappresentare una buona alternativa ai tradizionali caminetti con il legno.

Perché? È semplice: installare un camino a bioetanolo significa che non dovrai fare lavori in casa, non dovrai preoccuparti della legna, dei fumi, della cenere e di tutte quelle “seccature” che invece interessano i proprietari di un camino a legna.

Il “segreto” di tutti questi vantaggi è rappresentato dal combustibile usato da questo camino – il bioetanolo, appunto – che è un liquido alcolico, estratto dalla fermentazione di biomasse. Si tratta dunque di un combustibile organico che può essere impiegato per diversi usi e, per i nostri fini, anche come fonte di potere calorifero. Il tutto, senza produrre fumi: viene infatti sprigionato solo vapore acqueo e una minima dose di anidride carbonica, comparabile a quella prodotta dal respiro di due esseri umani o, se preferite, di una candela.

Camino a bioetanolo: riscalda?

Il camino a bioetanolo riscalda? La domanda è più che legittima, sia che si parli di un camino a bioetanolo da parete, di un camino a bioetanolo angolare, di un camino a bioetanolo da tavolo, o ancora di un camino a bioetanolo da incasso o un camino a bioetanolo da pavimento.  Quale è la verità?

Fermo restando che ciascuno di noi può avere una diversa valutazione di cosa si intende per “riscalda”, è bene sancire fin da subito che i camini a bioetanolo non producono tantissimo calore se confrontati con altre fonti di calore.

Il loro potere calorifero è insomma più basso rispetto ad altri, perché più basso è il potere calorifero del bioetanolo rispetto – ad esempio – alla benzina.

Attenzione: questo non significa che il camino a bioetanolo non possa garantire il meritato comfort in ambito domestico, arrivando a condizionare positivamente uno spazio anche di 20-30 metri quadri. In aggiunta a ciò, si tenga anche in considerazione che contrariamente a quanto accade con un camino a legna, il cui calore è disperso in buona parte mediante la canna fumaria, il camino a bioetanolo fa sì che il potere calorifero prodotto rimanga all’interno dell’ambiente in cui è inserito il dispositivo.

Consumi camino a bioetanolo

Passiamo ora a occuparci dei consumi del camino a bioetanolo e del prezzo del combustibile.

In linea di massima, il bioetanolo viene venduto allo stato liquido in flaconi da 1 litro, con un costo che varia da 2,5 a 5 euro.

Chiarito ciò, il consumo di un camino a bioetanolo dipenderà dunque oltre che dal prezzo del flacone del combustibile, anche dalla velocità con cui il combustibile stesso viene “bruciato”. Questa variabile dipende a sua volta dal modello specifico, dalla capienza massima del bruciatore, e dalla potenza della fiamma, che poi è influenzata dal bruciatore.

Si tenga conto che se modello e capienza massima del bruciatore non possono essere influenzati dalle scelte del consumatore, lo stesso non può certamente dirsi per la potenza della fiamma, che di norma può essere liberamente regolata dall’utente, a seconda della quantità di calore che desidera.

Risulta dunque difficile, stando a quanto sopra abbiamo riassunto, cercare di calcolare quanto consuma un camino a bioetanolo.

Volendo tuttavia fare una stima di massima, ipotizziamo che per poter riscaldare un ambiente di qualche stanza (20-30 mq), con un impiego dalle 18 alle 22, alla massima potenza, sono necessari circa 5-6 litri di bioetanolo alla settimana, con una spesa che dunque – a seconda della qualità del combustibile – potrebbe aggirarsi tra i 20 e i 30 euro alla settimana.

Camino a bioetanolo puzza?

Il camino a bioetanolo puzza o no? Per poter rispondere a tale domanda, ricordiamo come il regolamento CEE 3199/93 imponga per stufe e caminetti, l’impiego di etanolo denaturato a 96 gradi, con combustione inodore.

Questo significa che se durante il suo uso il camino a bioetanolo puzza in maniera persistente e anomala, c’è probabilmente qualcosa che non va nell’impianto o, più frequentemente, nel combustibile, il quale potrebbe non essere in grado di raggiungere il grado di purezza richiesto dal regolamento.

Prova pertanto a cambiare combustibile e, se il problema persiste, fai esaminare l’impianto. Non è infatti da escludere che le impurità presenti nel combustibile, soprattutto se di bassa qualità, siano andate a depositarsi nel bruciatore, finendo con il favorire la formazione di un cattivo odore durante l’accensione della stufa.

In questi casi, è sufficiente procedere a un’attenta pulizia della stufa, e insistere nell’utilizzo di solo bioetanolo di ottima qualità, per risolvere ogni problema.