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Hobbit, una ricerca dimostra che esistono davvero

Pubblicato da
Alessia

Homo floresiensis

Nel nostro albero genealogico c’è un ramo che fino a poco tempo fa era sconosciuto. Non si tratta di un racconto di fantascienza, la specie umana rinvenuta ha tutte le sembianze dei simpatici Hobbit. I primi reperti fecero scalpore nel 2004, dopo che su un’isola indonesiana furono trovati minuscoli resti scheletrici dalle sembianze umane.

Fino a poco tempo fa si supponeva che quei resti umani appartenevano a individui che nel corredo genetico conservavano tratti per una bassa statura e una patologia nota con il nome di microcefalia, oggi, uno studio dell’Università di Stato della Florida, ha dimostrato che quei resti appartengono a una specie umana sconosciuta, soprannominata, per le sue peculiari caratteristiche, Hobbit.

A portare avanti lo studio è stato il team di ricerca del professor Dean Falk. La microcefalia non c’entra niente con gli Hobbit, non vi sono patologie implicate, piuttosto si tratterebbe di una specie umana completamente nuova, l’Homo floresiensis.

I risultati dello studio condotto dal team californiano, sono stati pubblicati nel Proceedings of National Academy of Sciences. I primi “Hobbit” sono stati rinvenuti a Liang Bua, una grotta calcarea dell’isola Flores, nel 2003. Resi noti al pubblico solo nel 2004. Sull’isola indonesiana i ricercatori hanno trovato uno scheletro quasi integro insieme ai resti di almeno altre otto persone. I campioni sono stati soprannominati Hobbit per la loro somiglianza alle creature descritte nel “Il Signore degli Anelli” di JRR Tolkien.

I ricercatori ritengono che l’Home florensiesis, amichevolmente chiamato Hobbit, sia alto solo un metro. Si suppone che questa necessità evolutiva sia legata alla scarsa presenza di sostentamenti sull’isola indonesiana. I piccoli esseri umani, gli Hobbit, stando alle ricostruzioni dei ricercatori, sono sopravvissuti fino a circa 12 mila anni fa. La loro fine è stata collegata a un’eruzione vulcanica che ha devastato l’intera regione.

I piccoli Hobbit erano dotati di un cervello di circa 400 centimetri cubi, all’incirca la stessa grandezza del cervello di uno scimpazé. Dalle ricostruzioni al computer, l’altezza degli Hobbit non doveva superare il metro, le braccia erano particolarmente lunghe e il mento spiovente. Alcune caratteristiche farebbero pensare che l’Homo floresiensis potrebbe essere un’evoluzione adattiva della specie umana Homo habilis.

Secondo le ricostruzioni anatomiche, l’Homo floresiensis sembrerebbe altamente evoluto. Anche se di dimensioni ridotte, il cervello -dalle ricostruzioni- sembrerebbe ben organizzato. Anche per i ricercatori australiani l’Hobbit è una creatura nuova per la scienza: un articolo pubblicato lo scorso anno sul Journal of Human Evolution ha sostenuto che la specie umana Homo floresiensis è realmente esistita.