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Preoccuparsi “troppo” ha dei “sorprendenti lati positivi”. Lo dice uno studio

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Non lo crederà possibile chi ha imparato a odiare questo aspetto caratteriale, ma la preoccupazione ha dei sorprendenti lati positivi ed è in grado di portare benefici al corpo e alla mente. A mostrarne l’altra faccia è stato un nuovo articolo pubblicato dalla Social and Personality Psychology Compass, nel quale Kate Sweeny, professoressa di psicologia alla University of California, ha rivalutato il sentimento tanto vituperato.

“Nonostante la sua reputazione negativa, non tutte le preoccupazioni sono distruttive o addirittura inutili”, ha detto Sweeny, “Offre benefici motivazionali e uno stabilizzatore emotivo”. L’articolo, intitolato “The Surprising Upsides of Worry”, ridefinisce il ruolo della preoccupazione, come guida per le persone a evitare eventi spiacevoli, come spinta motivazionale per proteggersi e agire.

Per la professoressa, infatti, preoccuparsi aiuta a riprendersi da eventi traumatici, dalla depressione e spinge a partecipare ad attività che favoriscono la salute e prevengono la malattia. Inoltre, le persone più preoccupate possono svolgere al meglio i loro compiti a scuola e al lavoro e hanno più successo nel trovare soluzioni a problemi.

Il potere motivazionale della preoccupazione è stato oggetto di studio ed è risultato legarsi a buone pratiche di prevenzione per la salute, come il sottoporsi a screening, l’uso di cinture e creme solari: “Serve come campanello di allarme per uscire da una grave situazione. La spiacevole sensazione di preoccupazione induce le persone a trovare modi per ridurla. Anche in circostanze in cui le azioni sembrano inutili, la preoccupazione può alimentare sforzi proattivi”.

Della preoccupazione può beneficiarne anche la mente. Il piacere derivante da una buona esperienza viene aumentato se preceduto da una brutta esperienza, quindi “se i sentimenti di preoccupazione per il futuro sono intensi e spiacevoli, una risposta emotiva positiva risulterà ancora più piacevole”.

Nonostante l’approccio ottimistico, la professoressa non nega le difficoltà di chi lotta con ansie particolarmente acute, ma vuole invitare i soggetti non patologici ad accettare questo aspetto caratteriale, per trarne forza: “I livelli estremi di preoccupazione sono dannosi per la salute, ma voglio rassicurare chi si sente impotente: ci sono risvolti positivi. La giusta quantità di preoccupazione può motivare senza paralizzare”.