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Categorie Ricerche

Quale carattere e’ piu’ predisposto a malattie come eczema e psoriasi?

Pubblicato da
Anna Sepe

pelle

Le ricerche sul carattere dei pazienti che soffrono di disturbi della pelle hanno messo in luce alcuni elementi comuni che ci possono far comprendere meglio il tipo di problema che vivono.

Dice Flanders Dundar, psichiatra, pioniera americana della psicosomatica (1902-1059): « I disturbi cutanei sono generalmente legati al desiderio di amore: il conflitto profondo è tra il desiderio di essere amati e la paura di venirne feriti ».
« Sono persone che oscillano tra la tendenza ad andare verso gli altri e quella a rifuggirne: da un lato desiderano intensamente un contatto epidermico tenero e affettuoso fatto anche di abbracci e di carezze e dall’altro una memoria antica di dolorosi rifiuti li mette in guardia dall’avvicinarsi troppo. La disaffezione materna li ha così completamente avvolti, che in un certo senso il loro corpo ne è coperto e la loro pelle è la parte più immediatamente colpita».

E’ stata una esperienza dei primi mesi di vita quella che si è iscritta nella loro memoria e spesso si tratta di un rifiuto non espresso con le parole ma piuttosto “ intuito con la pelle” per il modo in cui venivano maneggiati da neonati.

Le sfide ed il partner giusto

A questi antichi dolori secondo la Dunbar: « I pazienti che soffrono di disturbi della pelle reagiscono nella vita adulta con lo sviluppo di un comportamento teso a ricercare l’approvazione degli altri. In certi casi cercano di adeguarsi a un conformismo meticoloso e di mostrarsi molto responsabili e affidabili e in altri casi si impegnano soprattutto a misurarsi con gli altri: sono persone orientate verso gli sport competitivi piuttosto che gli interessi culturali, amano vincere le gare e ottenere riconoscimenti diretti, anche in senso metaforico tramite i successi professionali ».

«L’adattamento sessuale sembra superficialmente buono, ma le donne sono inclini a ritardare il più possibile i rapporti sessuali completi e gli uomini a tenere numerose relazioni superficiali, sostenendo di non trovare mai la donna giusta con cui impegnarsi».
«L’esordio dei disturbi della pelle è generalmente legato alla perdita di qualcosa a cui erano particolarmente legati»

Le mani della mamma

L’importanza delle prime manipolazioni come messaggio affettivo che comunica al bambino i sentimenti e le emozioni della madre verso di lui è stata confermata da moltissimi autori.
I neonati vengono presi in braccio per essere nutriti, cambiati, o semplicemente coccolati: “quanto” e “come” la madre tocca il bambino è un preciso segnale e anche l’unico mezzo di comunicazione possibile in quella fase.

Pelle mani braccia calore del corpo e carezze sono il primo linguaggio dell’amore o della sua assenza. Di mancanza di carezze si muore e i famosi studi di Renè Spitz su neonati orfani, ospedalizzati nel primo anno di vita, indicavano nell’ assenza di contatto fisico la causa del fatto che il 60% dei bambini moriva prima dei due anni, anche se era stata ben curata e accudita dal punto di vista igienico e alimentare.

Ma anche di poche carezze si soffre: l’autore cita il caso delle madri che hanno paura di toccare il bambino perché è così fragile… ma in realtà hanno paura della propria inconfessata aggressività nei suoi confronti.
Il messaggio ostile è avvertito dal neonato e lascia una traccia di memoria.
Altri autori hanno osservato che la qualità delle manipolazioni, la bruschezza dei gesti e la rigidità delle mani, sono segnali di ostilità che il bambino è in grado di recepire.
E parlando di psoriasi da stress hanno indicato nella cattiva manipolazione infantile il fattore determinante di quel vissuto di frustrazione connesso alla pelle, che si ritrova in tutti i pazienti affetti da dermatite in generale.

Il mondo della pelle
Che cosa possiamo trarre da questi studi? Personalmente non credo che si possano fare degli schemi sul carattere di chi soffre di un disturbo di pelle, ma in qualche modo questi dati ci aiutano a comprendere il simbolismo del “ mondo della pelle” e delle sue sofferenze.

Ci muoviamo in un ambito fatto di contatti perché la pelle è il confine tra l’interno e l’esterno, è l’organo con cui viviamo corporeamente la vicinanza con l’altro e il senso di vicinanza oppure di ostilità. E’ un mondo fatto di carezze e di ferite anche metaforiche, di vicinanze e di abbandoni e molto sensibile alla qualità delle relazioni.