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Umbria, tra discariche e diossina nel latte e nelle uova

Pubblicato da
Redazione

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I rappresentanti umbri di due associazioni storiche e dal riconosciuto impegno ambientale come Italia Nostra e WWF hanno lanciato una petizione per chiedere che la Regione Umbria renda noti i dati dei monitoraggi effettuati sulla presenza di diossine nel sito di interesse nazionale di Terni-Papigno. I dati non sono mai stati divulgati nonostante le numerose richieste.

 “Abbiamo il privilegio di vivere in una magnifica regione italiana, a suo tempo felicemente definita ‘cuore verde d’Italia’ – scrivono Andrea Liberati (Italia Nostra) e Giuseppe Rinaldi (WWF), promotori della petizione per fare luce sul caso diossina in UmbriaIn questo cuore spicca da quasi 15 anni il Sito di Interesse nazionale (SIN) per le bonifiche ‘Terni-Papigno’, una delle 57 aree più contaminate del Paese. Il SIN ricomprende due enormi discariche con dentro milioni e milioni di tonnellate di scorie di acciaieria; tutt’attorno una concentrazione molto elevata di nichel nei suoli, fino a 10 volte rispetto al limite annuale imposto dalla normativa benchmark, quella tedesca, con picchi mensili anche oltre le 23 volte. Si tratta di criticità evidenti, riconosciute pressoché da ogni attore istituzionale, ancorché ignorate da molti cittadini”.

Due anni fa, presso il SIN ‘Terni-Papigno’, la Regione Umbria ha effettuato i primi monitoraggi delle diossine nel latte; ulteriori approfondimenti sono stati svolti nel 2013 anche sulle uova. Ma fino a oggi, nonostante le numerose richieste, la Regione non ha voluto diffondere i risultati di tali controlli, esiti tuttora sconosciuti e mai pubblicati da nessuna parte.

 “Vorremmo pertanto che le Istituzioni diffondano un rapporto ufficiale con dati numerici puntuali, disaggregati, zona per zona, classificando i dati delle diossine nel latte conformemente a quanto previsto nelle Raccomandazioni europee: negativo/soglia di azione-attenzione/positivo, con i relativi provvedimenti assunti”, proseguono Liberati e Rinaldi.

L’Unione Europea, nelle Raccomandazioni della sua Commissione, impone infatti misure straordinarie già a partire dal superamento della soglia di attenzione. “Non chiediamo tanto, ma solo che la Regione Umbria, se non ha nulla da nascondere, pubblichi in modo chiaro e trasparente i dati dei monitoraggi effettuati”, concludono Liberati e Rinaldi.

 Per monitorare in tempo reale l’andamento della petizione: www.change.org/diossinaumbria