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Categorie Ricerche

Il futuro energetico è Made in Italy: tra batterie e LED organici

Pubblicato da
Matilde Pellegrino

accumulatori

Finestre in grado di illuminare case e accumulatori energetici efficienti. Non tutti sanno che un’azienda italiana produce accumulatori per auto e per uso industriale e che una sua ricerca potrebbe apportare grossi miglioramenti al settore della mobilità elettrica. Migliorare prodotti già maturi non basta, bisogna innovare e questa volta l’innovazione è made in Italy.

Le richieste di mercato sono cambiate e negli ultimi dieci anni si è sviluppata la domanda per prodotti capaci di ridurre le emissioni inquinanti o per integrare i sistemi di stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili”. E’ questo che afferma Nicola Cosciani, direttore Business dell’Unit Energy Storage Solutions del gruppo FIAMM, azienda nata a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza. La sigla FIAMM sta per “Fabbrica Italiana Accumulatori Motocarri Montecchio“.

Le fonti rinnovabili sono intermittenti e non prevedibili, è per questo che si necessita di sistemi per lo storage energetico. In più, con il diffondersi della mobilità elettrica è sempre più impellente la necessità di fabbricare batterie più efficienti, più veloci da caricare e che possano fornire un’autonomia maggiore. La FIAMM produce circa il 70% del suo fatturato all’estero operando in 60 paesi con 3300 dipendenti nel mondo e 1200 in Italia. Nella sede italiana è stato creato il polo della ricerca dove si studiano innovazioni in campo delle batterie industriali, batterie al sale e degli avvisatori acustici. Le batterie al sale FIAMM sono prodotte e vendute in tutto il mondo sia per lo stoccaggio energetico che per la mobilità elettrica.

Le batterie al sale della FIAMM sono utilizzate a San Paolo, in Brasile a Riyad in Arabia Saudita e in altre parti del globo. Non è la prima volta che l’innovazione made in Italy trova terreno fertile altrove, lo abbiamo già visto con il cemento ecologico che assorbe gli agenti inquinanti installato nelle strade di Chicago, oggi lo vediamo con lo stoccaggio energetico anche se un piccolo assaggio è presente anche in Italia: nel centro storico di Roma il servizio dei piccoli bus elettrici utilizza proprio le queste batterie.

E’ chiaro, accanto al litio si stanno affermando anche altre soluzioni, come quella offerta dalle batterie al sale, batterie al sodio cloruro di nickel realizzate già da qualche anno in Italia. Queste batterie hanno un’elevata resistenza agli sbalzi termici e sono poco costose perché non utilizzando materiali rari.

Dai laboratori della FIAMM arriva un’altra novità promettente: usare i cosiddetti OLED, LED organici, per creare sistemi di illuminazione per le auto di nuova generazione. I fanali delle auto potranno essere caratterizzati dal illuminazione prodotta dal passaggio di energia attraverso un film di materiale organico spesso appena 1,5 millimetri. Non solo settore dei trasporti: la stessa tecnologia può essere usata per produrre finestre capaci di illuminare gli interni di una casa, vetrine, scritte che riportano loghi, disegni luminescenti… le applicazioni sono infinite e tutte ad alta efficienza energetica. A questo proposito FIAMM ha creato un brand di illuminazione architetturale e di design: OLED, BLACKBODY, tale marchio vanta il più ampio catalogo di lampade OLED in Europa.

Ad oggi la tecnologia OLED è impiegata da aziende asiatiche per produrre display dall’ottima risoluzione ma la tecnologia della FIAMM si distingue per risultati e scopi. La storia dello sviluppo del LED organico mette in evidenza la cattiva burocrazia italiana: “La tecnologia è stata messa a punto in collaborazione con il CNR di Lecce, lì abbiamo trovato ricercatori in grado di trasformare la nostra idea in un prodotto. Quando si è trattato di passare alla fase successiva ci siamo scontrati con la scarsa attenzione dell’Italia per l’Innovazione“. Queste le parole che Cosciani rilascia all’autorevole mensile Le Scienze. Il risultato finale? La start up che ha portato sul mercato il prodotto FIAMM sviluppato in Italia ha sede in Francia. E’ lì che l’azienda italiana ha trovato normative e facilitazioni che gli hanno sconsentito di affrontare e vincere la scommessa della nuova applicazione.