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La carne aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e cancro

Pubblicato da
Matilde Pellegrino

carne e tumore

La carne fa bene o male alla salute? Come spesso accade in medicina, non esiste una risposta assoluta, tuttavia, è possibile dire che esistono “carni buone” e “carni cattive” questo vale per salute dell’uomo come per quell’ambiente. Non è una novità che l’industria della carne inquina più del settore automobilistico, la carne contribuisce al riscaldamento globale e nel corpo umano aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e morte precoce.

La carne è stata collegata a malattie cardiovascolari e al cancro. A riferirlo è uno studio pubblicato sulla rivista specializzata BMC Medicine.

E’ difficile stimare l’effetto che ha la carne sull’organismo umano. Per esempio, non si può paragonare un campione di popolazione carnivora con un campione vegetariano: i vegetariani hanno, in generale, uno stile di vita più sano e sono più attivi del resto della popolazione, pertanto i risultati ottenuti potrebbero essere falsati dallo stile di vita e non dalla mancata ingestione di carne. Tuttavia, uno studio ha messo in evidenza i rischi legati alla carne.

Storicamente, le carni elaborate, soprattutto carni rosse -salsiccia, pancetta, salumi, hot dog….- sono collegate a un rischio elevato di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie cardiache. Il consumo delle carni elaborate è stato connesso a un più alto rischio di contrarre cancro al pancrea e al colon-retto.

Gli autori hanno esaminato gli studi di 23 associazione europee che esaminavano il cancro connesso alla nutrizione. In generale, una dieta ricca di carne elaborata è stata associata a un maggior rischio di tumore, malattie cardiovascolari e morti precoci. Esaminando gli stessi studi da differenti prospettive, c’è da dire che chi consuma più carne di solito non ha uno stile di vita salutare: consuma una minor quantità di frutta e verdura, per quanto riguarda i maschi, sono più propensi a bere alcolici. Come hanno fatto gli scienziati a capire che la responsabile delle morti precoci è la carne e non lo stile di vita?

La ricercatrice e professoresa Sabine Rohrmann dell’Università di Zurigo ha preso in considerazione sia l’ingestione di carne che lo stile di vita e ha spiegato: “I rischi di contrarre cancro e malattie cardiovascolari aumentano con la quantità di carne lavorata consumata. Nel complesso si stima che il 3% delle morti premature di ogni anno, potrebbero essere evitate se le persone avrebbero ingerito meno carne, almeno meno 20 grammi di carne lavorata al giorno”

Le carni lavorate dovrebbero avere un ruolo più che marginale nella vita di ogni individuo. Non dovrebbero mai rappresentare la portata principale di un pasto, sia per il benessere dell’organismo che per quello dell’ambiente.

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Questo pubblicato dalla BMC Medicine non è l’unico studio dedicato alle connessioni tra consumo di carni e rischio di cancro. Un precedente studio effettuato dagli scienziati del National Cancer Institute di Rockville, nel Maryland, ha riscontrato che chi mangia più carni lavorate hanno una maggiore possibilità di morire prematuramente soprattutto a causa di cancro e malattie cardiache rispetto a chi mangia pochissima carne. Questo studio è stato pubblicato su Archives of Internal Medicine.

Quali sono le carni cattive?
Tutte le carni lavorate, i prodotti industriali a base di carne e certamente le carni che propinano nei fast food stile McDonald’s anche se… nelle crocchette di pollo McDonald’s il pollo è solo l’ultimo degli ingredienti nocivi.
Quali sono le carni buone?
Quelle provenienti da piccoli allevatori locali. Le industrie spruzzano pesticidi sul bestiame, somministrano ormoni ed effettuano al bestiame tutta una serie di trattamenti per aumentare la produzione di carne da macello. Per non parlare delle condizioni in cui viene lavorata la carne.

I piccoli allevatori locali non puntano alle grandi quantità, non utilizzano ormoni e si limitano a commercializzare i loro prodotti a un piccolo pubblico. In più acquistando prodotti locali si fa bene all’economia nostrana e si evitano emissioni nocive legate alla lunga catena di trasporto di bastiame, carne, prodotto finito e grande distribuzione.