Agroecologia: la sfida futura dell’agricoltura

agroecologia

Nella giornata di chiusura di Festambiente 2021 che si è svolto a Rispescia, in provincia di Grossetto, Legambiente ha lanciato la campagna per la valutazione delle condizioni di salute dei suoli italiani  promossa da La compagnia del suolo.

L’evento finale è stato interamente dedicato al tema dell’agrocecologia diventato centrale nell’ambito delle politiche sulla transizione ecologica.

Agroecologia

Il presidente nazionale Legambiente, Stefano Ciafani ha ricordato come sia fondamentale “ridurre l’inquinamento di aria, acqua e suolo in agricoltura, privilegiando economia circolare, bioeconomia e chimica verde”.

Si tratta di sviluppare politiche e attività virtuose per la preservazione dell’ambiente e lo sfruttamento del suolo. Ad esempio, il ruolo delle api e degli insetti impollinatori necessario per mantenere gli ecosistemi. In tal senso, è importante il ruolo degli apicoltori nell’ambito della cosiddetta agroecologia.

Che cos’è l’agroecologia?

L’agroecologia è un ambito dell’agricoltura che si basa sull’applicazione dei principi ecologici mirati alla produzione di alimenti, carburante, fibre e farmaci. Si occupa della gestione di agrosistemi con i quali sviluppare una tipologia di agricoltura con la quale garantire  produttività, stabilità, sostenibilità ed equità.

Da un punto di vista specifico dell’agricoltura, gli esperti agroecologi creano un tipo di sfruttamento del suolo attraverso pratiche interconnesse mirate alla sostenibilità del suolo. “Produrre quantità maggiori di cibo e altri biomateriali, e al contempo mantenere o migliorare lo stato degli ecosistemi e la loro capacità di fornire i servizi ecosistemici per il sostentamento della vita”.

E’ quanto viene sottolineato nella pubblicazione dello studio “Agroecologia: L’agricoltura possibile per un pianeta sostenibile”, 2017, pubblicato sul JRC Publications Repository dell’Unione Europea. Nella stessa definizione di agroecologia si tratta di creare un sistema a differenti livelli: gene-organismo-popolazione-comunità-ecosistema-paesaggio-bioma, campo-fattoria-comunità-stato-regione-paese-continente-pianeta.

Transizione ecologica

“La transizione ecologica è già in atto. Adesso serve, in ogni modo e con ogni mezzo, potenziare la filiera sostenibile dell’intero sistema agroalimentare. Il rispetto dell’ambiente e della salute dei consumatori e il made in Italy devono rappresentare una spinta propulsiva per raggiungere pienamente l’obiettivo della conversione”.  E’ quanto ha sottolineato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente. Il prodotto italiano Made in Italy deve diventare di nuovo capofila di una filiera di qualità.

Legge sul biologico

Tuttavia, per poter sviluppare al meglio il settore, Gentili ha ricordato che in Italia “è fondamentale che venga approvata in via definitiva la legge sul biologico, una norma che manca e verso la quale bisogna andare a grandi passi e senza indugi”.

In base ai dati, l’Italia è leader nel bio in Europa con 80 mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile nazionale.

“La Penisola si posiziona molto al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10%), Germania (9%) e Francia (8%). Negli ultimi dieci anni, i terreni coltivati con metodo biologico sono aumentati di oltre il 75% e i consumi sono più che triplicati”. Sottolinea il responsabile agricoltura di Legambiente.

Per questo l’Italia deve darsi delle norme in modo da implementare in maniera strategica il settore, rendendolo più competitivo e al contempo offrire strumenti per favore una maggiore sostenibilità ambientale.

Questo significa che anche per la PAC, la politica agricola europea deve essere coerente con gli obiettivi del green deal. “Passare dai finanziamenti a pioggia al sostegno mirato alle scelte agroecologiche è fondamentale per imprimere un cambiamento prima di tutto culturale”, conclude Gentili.

Impostazioni privacy