Dichiarazione di Kunming: WWF chiede piano d’azione per la natura

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La difesa della natura è stata al centro dell’accordo raggiunto nell’ambito del 15° incontro della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (Cop15) a Kunming, nella provincia dello Yunnan nel sud-ovest della Cina.

Al termine dell’incontro è strata adottata la Dichiarazione di Kunming con la quale i paesi aderenti si sono impegnati nell’attuazione di strategie efficaci mirate alla difesa della natura.

“La dichiarazione invierà un segnale potente, mostrando al mondo la nostra determinazione a risolvere il problema della perdita di biodiversità e la maggiore forza degli interventi sulle questioni discusse in questo incontro di alto livello”. Ha dichiarato il ministro cinese dell’Ecologia e dell’Ambiente Huang Runqiu.

Il documento sigla l’impegno dei paesi a garantire la formulazione, l’adozione e l’attuazione di un efficace quadro globale per la biodiversità post-2020. L’obiettivo è quello di tutelare la biodiversità, il suo recupero entro il 2030 per poi arrivare al 2050  vivere in armonia con la natura.

In tal senso i Paesi dovranno saranno confrontati e dovranno risolvere cinque minacce alla biodiversità individuate dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services – Ipbes.

Tra le quali:

  1. sfruttamento del suolo e del mare
  2. sfruttamento diretto delle risorse naturali
  3. cambiamento climatico
  4. inquinamento
  5. invasione di specie aliene

Piano d’azione per la natura

Il Wwf ha accolto con favore l’impegno assunto con la Dichiarazione di Kunming per invertire il declino della biodiversità al 2030. L’intento è anche quello di intervenire sui modelli di produzione e sui consumi. Ecco perché l’organizzazione chiede che sia delineato un piano di azione non solo per la terra, le acque o gli oceani, ma anche nell’agricoltura non sostenibile e in altri settori.

“E’ incoraggiante che la Dichiarazione di Kunming riconosca come l’obiettivo del post-2020 Global Biodiversity Framework di cui si è discusso in questi giorni debba essere quello di invertire la curva della perdita di biodiversità entro il 2030. La scelta dei paesi partecipanti a questa prima sessione della COP (la seconda sessione sarà dal 25 aprile all’8 maggio 2022) di assicurare e mantenere un impegno politico, al massimo livello, per invertire la perdita di biodiversità in questo decennio, infatti, rappresenta un primo passo fondamentale per affrontare la crisi dei sistemi naturali”.

Tra i target ricordati dal WWF quegli che riguardano le attività che minacciano la biodiversità. Per cui si rivelano necessarie delle politiche governative con le quali intervenire sulla produzione e i consumi.

“Il coinvolgimento di ministri di finanza, agricoltura, sviluppo economico e ambiente ha dimostrato che i Governi iniziano a riconoscere la necessità di adottare un approccio trasversale per la biodiversità. C’è tuttavia ancora molta strada da percorrere per l’implementazione di un vero approccio whole-of-government (cioè di coinvolgimento complessivo e collegiale dei Governi) da parte di tutti i Paesi membri della Convention on biological diversity”. Scrive il Wwf, concludendo che “gli impegni dei Paesi devono ancora essere tradotti in ambizione durante i negoziati: è arrivato il momento passare dalle parole in fatti”.

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