Il covid 19 ha cambiato la relazione uomo-cane

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Il Covid ha provocato un cambiamento nella società a livello globale. La paura di contrarre il virus, l’ansia nella popolazione, l’isolamento provocato dai lockdown e il distanziamento sociale hanno avuto gravi ripercussioni sullo stile di vita delle persone ma anche sullo stato d’animo degli individui.

Questa situazione che da quasi due anni sta condizionando l’essere umano ha avuto delle conseguenze nel sistema delle relazioni. In questo ambito, i ricercatori hanno voluto indagare la sfera relazionale con gli animali domestici. Nello specifico i cani che vivono in simbiosi con il loro padrone.

Lo studio intitolato “Human-Dog Relationship during the First COVID-19 Lockdown in Italy” pubblicato dalla rivista internazionale “Animals”, è un lavoro multidisciplinare nato dalla sinergia tra il gruppo di Fisiologia Veterinaria ed Etologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, coordinato dal Prof. Luigi Avallone, dal Dipartimento di Psicologia di Sviluppo e Socializzazione, La Sapienza di Roma, dall’Istituto Sbarro di Philadelphia, dall’Università di Siena con il Prof. Antonio Giordano.

La ricerca ha preso in considerazione 2000 proprietari di cani che hanno risposto a un questionario online attivo in tutto il territorio italiano. Sono stati delineati alcuni criteri  alla base della dimensione relazionale tra l’uomo e il cane. Tra questi: l’ interazione proprietario-cane, la vicinanza emotiva percepita e i costi percepiti.

Relazione uomo cane

Si tratta di una versione in Italiano  della Monash Dog-Owner Relationship Scale. La scala di Monash include tre sottoscale relative a dimensioni separate della relazione uomo-cane. Spiega Andrea Chirico, ricercatore del Dipartimento di Psicologia di Sviluppo e Socializzazione, de La Sapienza di Roma, affermando che “il questionario proposto è stato per la prima volta validato in Italia dal nostro gruppo di ricerca, e ad oggi può essere utilizzato per ulteriori indagini future”.

Ovvero, sono state elaborate una serie di domande finalizzate a comprendere come i proprietari abbiano valutato la qualità della vita del proprio cane durante le restrizioni e come queste abbiano potuto influire sugli stati emotivi e sul benessere dei cani, spiegano i ricercatori.

Dai risultati, è stato chiaro che il covid  19 ha innescato una maggiore fragilità ed incertezza nelle persone con riflessi anche in ambito relazionale uomo-cane.

Connessione bidirezionale Uomo-Cane

“I dati emersi dalla nostra indagine ci aiutano a comprendere meglio la complessità del legame che caratterizza il rapporto uomo-cane”. Dichiara Luigi Avallone, professore di Fisiologia Veterinaria del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

“Il cane, infatti, si avvale di una figura di riferimento per superare situazioni complesse e angosce. È anche vero che l’uomo, attraverso un processo di osmosi emotiva, trae piacere dalla presenza dell’animale domestico e dalle aree affettive che contraddistinguono il rapporto con i nostri animali”, spiega Avallone.

Inoltre, i ricercatori hanno constatato che “nel periodo di pandemia il cane risulta essere più stressato dell’uomo”.

“Il quadro che emerge dal nostro lavoro è  l’esistenza di una connessione bidirezionale tra il benessere e la salute dell’uomo e degli animali non umani”. Ha poi sottolineato Antonio Giordano, direttore e fondatore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia (USA) e professore di Anatomia ed Istologia Patologica all’Università di Siena.

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