Il sommozzatore giapponese che da oltre 25 anni fa visita al suo amico pesce

sommozzatore giapponese“Va bene mangiare pesce, perchè loro non hanno sentimenti” cantava Kurt Cobain in Something in the Way, canzone in cui, raccontando la disperazione di chi vive in strada, parla degli amici animali incontrati in quel periodo. Chissa se il leader dei Nirvana avrebbe cambiato idea dopo aver ascoltato questa storia.

Negli ultimi anni vi abbiamo raccontato tantissimi legami tra esseri umani e animali, ma questo è davvero molto particolare. Non si tratta della solita amicizia tra un animale domestico e il suo proprietario, ma di un legame fondato da un reciproco rispetto e affetto tra un sommozzatore e un pesce labro che dura ormai da oltre 25 anni.

Tutto è iniziato verso la seconda metà degli anni ’90, quando a un uomo di nome Hiroyuki Arakawa venne dato l’incarico di supervisionare un ‘torii’, un santuario sacro alla religione shintoista. Il torii in questione, tuttavia, non era uno comune. Si trova infatti sotto la superfice del mare, all’interno della baia di Tateyama in Giappone.

La speciale amicizia tra Hiroyuki e il pesce labro Yoriko

Vista la sua natura, questo luogo è poco frequentato dagli esseri umani, ma conserva un’enorme importanza spirituale per chi segue lo shintoismo. Durante le sue immersioni, Hiroyuki si occupa della manutenzione del posto e di verificare lo stato del luogo in modo da preservarne il suo mantenimento.

In quasi 25 anni, il sommozzatore giapponese ha fatto conoscenza di numerosi animali marini che popolano la baia di Tateyama, molti dei quali continua a incontrare oggi. Ma c’è un pesce, in particolare, con il quale ha formato una splendida amicizia: un labrus che ha chiamato Yoriko che da oltre due decadi considera il suo migliore amico.

Sebbene possa sembrare bizzarro sviluppare un’amicizia con un pesce, guardando alcuni video che li ritrae insieme, non si può negare che i due non siano veramente affiatati. Si scambiano gesti di affetto e ogni volta che si incontrano mostrano tutta la loro contentezza. E a chi sostiene che i pesci non possano affezionarsi agli esseri umani, la scienza ha recentemente risposto con uno studio che ha dimostrato che in realtà saprebbero riconoscere i volti umani, conservandone il ricordo per un periodo abbastanza lungo.

“Nel corso dello studio, gli scienziati hanno messo di fronte ai pesci due foto, addestrandoli a sceglierne una sperando che scegliessero un volto familiare” ha spiegato alla CNN la dottoressa Cait Newport dell’Università di Oxford.
Dopo aver compreso che effettivamente la maggior parte dei soggetti dello studio riusciva a riconoscere il volto dell’umano con cui avevano fatto conoscenza, hanno deciso di rendere le cose un po’ più complicate. “Hanno riproposto lo stesso esperimento, ma questa volta scegliendo foto in bianco e nero e hanno cercato di rendere più uniforme il formato delle immagini. Anche questa volta, con un’accuratezza dell’86%, i pesci sono stati in grado di riconoscere il volto familiare.”

 

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