Il Veneto è la regione più inquinata dai Pfas in Europa: i dati drammatici di alcune ricerche scientifiche

Secondo alcune ricerche il Veneto sarebbe la regione a più alto tasso di inquinamento da Pfas: le conseguenze per la salute della popolazione

Inquinamento da Pfas
Pfas in Veneto, la grave situazione delle acque contaminate – tecnologiaeambiente.it

Sono oltre 350 mila le persone che vivono in Veneto e che sono costantemente esposte alla contaminazione da Pfas bevendo l’acqua dal rubinetto di casa. Un numero davvero abnorme che attribuisce al Veneto un triste primato in Europa. Le origini di questa situazione allarmante affondano le radici alla metà degli anni ’60, anche se le drammatiche conseguenze si stanno patendo solo in questi anni a causa dell’elevata concentrazione di queste sostanze nell’acqua di superficie e in quella potabile.

Oltre al Veneto, le aree più contaminate d’Europa si trovano ad Anversa (Belgio), Dordrecht (Olanda), Korsor (Danimarca) e Ronneby (Svezia). Una eredità indigesta lasciata dalle industrie chimiche che, con le loro sostanze rilasciate dai loro impianti, hanno contaminato zone vastissime causando danni ingenti alla salute delle popolazioni residenti nelle aree adiacenti.

Perchè il Veneto è la regione più inquinata?

I Pfas, acronimo di sostanze per/polifluoro alchiliche, vengono anche definiti “prodotti chimici per sempre” proprio perchè il loro degradamento è molto lento e può impiegare perfino mille anni. In Veneto, dalla metà degli anni ’60, fece scalpore il caso della RiMar Chimica Spa, che lavorava per l’azienda tessile Marzotto. Questa azienda, pur conoscendo i danni causati dall’inquinamento del suolo e delle falde acquifere già nel 1990, non informò adeguatamente la popolazione e le istituzioni locali.

Pfas e suolo
Pfas, la drammatica situazione del Veneto – tecnologiaeambiente.it

La situazione venne resa ancora più critica dagli scarti di lavorazione di una fabbrica nei Paesi Bassi che furono “accolti” dalla Miteni, l’azienda che prese il posto della Marzotto. Per questa ragione, oggi il Veneto risulta contaminato anche dai Pfas GenX e C6O4.
Gli effetti gravissimi di questo massiccio inquinamento del suolo, sono stati passati al setaccio dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che nel 2013 rilevò elevate concentrazioni di diversi Pfas nelle acque superficiali e in quella potabile, con valori oscillanti tra i 230 e le 3.600 volte superiori alla soglia di guardia.

Un dato drammatico che nel 2015 venne confermato anche da una ricerca di follow-up del governo regionale del Veneto. La contaminazione si è poi estesa anche ad alcuni prodotti alimentari locali, come le uova di galline e il pesce di fiume. Livelli allarmanti di Pfas sono stati individuati anche negli ortaggi e negli allevamenti animali. Per questa ragione, l’inquinamento del suolo non rappresenta un danno solo per l’ambiente, ma anche per i consumatori.

I danni per la salute degli esseri umani

Gli effetti più devastanti di queste sostanze tossiche riguardano soprattutto gli uomini che hanno meno possibilità di smaltirle, mentre le donne, per via delle mestruazioni e del parto, hanno una maggiore possibilità di espellerle. I rischi più significativi correlati a queste sostanze riguarderebbero alcune malattie come diabete e quelle che interessano il sistema cerebrovascolare. Sarebbero responsabili anche dell’infarto del miocardio e del morbo di Alzheimer. Anche i dipendenti dell’impianto chimico avrebbero avuto notevoli ripercussioni sulla loro salute. Infatti, una ricerca, avrebbe riscontrato tassi più elevati di mortalità e di malattie (cancro al fegato, alla vescica e ai reni e cirrosi).

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