L’industria del riciclo della plastica è in crisi, il crollo della domanda non lascia scampo

L’industria del riciclo della plastica ha segnato il passo negli ultimi anni a causa della pandemia e della crisi energetica: le possibili soluzioni

Industria riciclo plastica
Dopo la pandemia e la crisi energetica è calato il tasso di smaltimento della plastica: le ragioni – tecnologiaeambiente.it

L’industria del riciclo della plastica rischia di subire una brutta battuta d’arresto a causa delle perturbazioni del mercato. E’ questo che emerge dall’analisi dei dati recenti inerenti la capacità totale di riciclaggio della plastica installata in Europa. Per il nuovo anno la capacità prevista sarà di 12,5 milioni di tonnellate, con un calo che va dal 17% al 10% su base annua.

La vera causa di questa flessione che è iniziata nel 2022, sarebbe da attribuire all’epidemia di Covid e alla crisi energetica. Per quanto l’impegno dei riciclatori rimanga forte, le nuove sfide che ha dovuto affrontare l’economia hanno sferrato un colpo mortale all’industria del riciclo.

I dati sull’industria del riciclo

Lo stesso Ton Emans, Presidente di PRE, ha spiegato che nel 2023 “il settore è stato colpito da una preoccupante riduzione della domanda di riciclati, dovuta ai bassi prezzi delle plastiche vergini a causa della riduzione della produzione industriale nell’UE e alle importazioni a basso costo di plastica riciclata da paesi extra-UE”.

Per vedere nuovi progressi, secondo Emans, occorrerà anche un sostanziale contributo da parte dei paesi dell’Ue che dovranno dotarsi di appositi regolamenti. Nel rapporto che è stato stilato di recente, sono stati presi in considerazione 850 diversi siti di riciclaggio in Europa, molti di piccole dimensioni, in grado di smaltire una media annua di 15.000 tonnellate di plastica.

Immagine posate di plastica
L’industria del riciclo della plastica ha segnato il passo negli ultimi anni: i dati preoccupanti – tecnologiaeambiente.it

Il fatturato complessivo dell’industria del riciclo della plastica è di 10,4 miliardi di euro con oltre 30.000 lavoratori impiegati. Un impatto sicuramente notevole anche dal punto di vista occupazionale. La parte del leone tra le sostanze di riciclo la fanno il polietilene rigido (PE) e il polipropilene rigido (PP), che smaltiscono l’80% dei rifiuti complessivi. Il 60% della quantità di rifiuti riciclati si concentra in Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.

Ma negli ultimi anni sono stati registrati dati in crescita anche in Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Romania. Gli investimenti per far crescere l’economia del riciclo della plastica non sono di certo mancati negli ultimi anni, al fine di garantire le capacità necessarie a raggiungere gli obiettivi legislativi.

Il rischio di non centrare gli obiettivi imposti dall’Ue

Gli ultimi dati hanno fatto crescere la preoccupazione che gli obiettivi sperati possano non essere raggiunti nel breve periodo a causa del minore tasso di crescita della produzione di riciclati. Se l’obiettivo venisse mancato, anche l’ambiente ne subirebbe un impatto notevole.

Serviranno nuove legislazioni in grado di riformare la gestione di imballaggi e dei rifiuti di imballaggio oltre a nuove norme per la gestione dei veicoli fuori uso. E’ anche fondamentale che i paesi membri dell’Ue armonizzino le loro procedure e i loro regolamenti per operare in sinergia.

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