Piante che si nutrono di sale: l’ambizioso progetto per salvare Venezia dal Global warming

Sono state impiantate delle piante alofite per salvare Venezia dal disastro ambientale causato dalla salinità del terreno

Tipica pianta del sale
Le piante del sale potrebbero salvare la vegetazione a Venezia dopo le alte maree – tecnologiaeambiente.it

Se l’Apocalisse è ormai alle porte, come dimostra lo scorrere inesorabile delle lancette del Doomsday Clock, Venezia non è di certo esente da rischi, anzi sembra essere tra le città che rischiano di più di subire il tracollo di un ecosistema impazzito. Il sali e scendi continuo delle maree potrebbe mettere seriamente a rischio la sopravvivenza di questa spledida città d’arte, meta turistica di milioni di visitatori e patrimonio inestimabile di tesori.

Uno dei progetti che potrebbe salvare Venezia dalla sua distruzione, prevede il ripopolamento della flora delle barene lagunari con nuove “piante del sale”.

Le piante che si nutrono del sale di Venezia

Una equipe formata da studiosi universitari, chef e artisti ha messo a punto questo progetto per salvare l’ecosistema che circonda Venezia. Fra i promotori spiccano lo chef Lorenzo Barbasetti, il ricercatore Filippo Grassi e la curatrice Lodovica Guarnieri. Questi noti personaggi hanno lavorato strenuamente in sinergia con ricercatori e agricoltori che conoscono le avversità del clima, elaborando alcune strategie che potrebbero rivelarsi provvidenziali per le sorti della città lagunare e non solo.

Alta marea a Venezia
Il disastro accaduto a Venezia nel 2018 – tecnologiaeambiente.it

Enrico Gallo, chef e ricercatore ha presentato il progetto “The tidal garden”. Sappiamo ormai come il Global warming rappresenti una spada di Damocle che pende sulla città lagunare soffocata da turisti e attività non sostenibili per animali e piante. L’innalzamento del livello della marea a Venezia ha avuto un impatto disastroso sui terreni. La presenza di acqua salmastra, che continua a salire, ha causato anche l’incremento della salinità della terra coltivata, compromettendo la coltivazione di piante da barena.

Anche se Venezia è nota in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche, questa città produce anche dei carciofi e delle Vignole di primissima qualità, per non parlare dell’ottimo miele di barena. Per salvare questo patrimonio naturale dalla salinità, questi ricercatori che si sono avvalsi del supporto di agricoltori, chef e artisti, hanno deciso di piantare le alofite, dette anche “piante del sale” che rappresenteranno un nuovo volano per creare una nuova produzione di cibo e resilienza al Global warming.

Un’emergenza da non sottovalutare

Accomunando le conoscenze agricole a quelle legate alla sostenibilità del paesaggio, questo progetto potrebbe diventare un grande esempio per tutto il mondo per contrastare le emergenze incombenti come il Global warming. L’obiettivo finale è quello di arrestare (se non addirittura portare indietro) le lancette del Doomsday Clock.

Le maree eccezionali degli ultimi anni hanno dimostrato che il problema del riscaldamento climatico non può essere preso sottogamba o ancorchè negato. Urge invece una seria presa di coscienza e un’azione quotidiana per non dilapidare un patrimonio artistico, culturale e naturale come quello che impreziosisce e circonda la città di Venezia.

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