Test del Villaggio, utile per tutte le mamme

Ideato nel 1939 dal francese H. Arthus, si tratta di un test proiettivo che si basa sul meccanismo psicologico della proiezione. Il termine “proiezione” fu introdotto per la prima volta da Freud, usato per indicare l’attribuzione e la qualità dei sentimenti mediante un processo difensivo inconscio. Ad esempio, lo si può notare nei bambini quando raccontano storie inventate i cui protagonisti fantastici hanno le paure o i desideri del narratore. Oppure, spesso ci si improvvisa psicologi quando di fronte ad una persona che ride, molto facilmente tendiamo a dire che lo fa per nascondere le proprie sofferenze.
Questi metodi proiettivi servono a configurare lo stimolo esterno non strutturato, lo stimolo attraverso il quale si estrinsecano le proprie paure e i propri conflitti. Ad esempio, ad un bambino viene mostrato un foglio con una sorta di sagoma, da qui il bambino estrinseca da un’immediata identificazione del sesso ad una più complessa esposizione del proprio Io. I tests proiettivi sono vari. oltre al test del villaggio ne seguono: tests proiettivo tematico ed il test proiettivo di completamento.

test del Villaggio - GiuntiOS

Il test del villaggio consiste in un insieme di 40 pezzi per costruzioni infantili (casette, chiesa, ospedale, alberi, ferrovia, animali, persone, staccionate…). Il fanciullo è invitato a costruire un villaggio adoperando i pezzi a disposizione. Si osserva il tempo impiegato nella costruzione, la logica della disposizione degli elementi, l’atteggiamento del soggetto e l’uso delle staccionate.

In base a queste osservazioni si formula il giudizio interpretativo del soggetto dove si evince l’organizzazione percettiva dell’orientamento spazio-temporale, la strutturazione del pensiero, rapporto con la realtà, la gestione dell’impulsività e dell’aggressività, il livello della propria attività creatrice o produttiva. Con i dati raccolti si possono delineare tipologie di personalità (ossessiva, dissociativa, depressiva).

Questi test vanno vivamente consigliati ai fanciulli e con l’ausilio di una buona documentazione una mamma può essere già un’ottima psicologa per il proprio figlio durante la sua crescita. Ma attente! Quando è il caso che il proprio figlio vada aiutato non esitate! Molto spesso infatti è colpa dei genitori se determinate patologie diventano irreversibili. In bocca al lupo a tutte le mamme.

A cura della Dott.ssa Anna Maria Sepe,
specialista in Psicoanalisi Induttiva e Ipnosi traslativa.

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