Come ogni anno, nel giorno del solstizio d’estate, in Cina è ricominciato il Festival di Yulin, manifestazione tristemente famosa per il consumo di carne di cane.
Nonostante l’indignazione della comunità internazionale e le proteste di molti attivisti cinesi, l’evento è ancora molto seguito e ogni anno, per 10 giorni, accoglie decine di migliaia di visitatori da tutto il Paese tra bancarelle di fortuna e pile e pile di gabbie contenenti cani ancora vivi, pronti per essere cucinati.
Per molti attivisti, come per l’italiano Davide Acito, fondatore di APA Action Project Animal, questo periodo rappresenta un vero e proprio incubo.
Proprio in queste ore, l’APA è in contatto costante con i gruppi animalisti del Sud della Cina per offrire il proprio supporto e per denunciare quanto sta accadendo:
“La scorsa notte gli attivisti hanno strappato 13 cani dagli orrori di questo festival infernale. Non avevano nè cibo nè acqua da giorni. Avranno bisogno di cure urgenti.”
Festival di Yulin, gli attivisti prendono d’assalto i camion-lager
Nei giorni scorsi, un altro gruppo di attivisti cinesi ha scovato un furgone nei pressi di Yulin pieno di cani. Stando a un report di HSI Humane Society International, che da anni si batte contro il mercato della carne di cane, all’interno del veicolo sono stati ritrovati 68 cani diretti ai macelli del Festival.
Gli animali erano ammassati in gabbie di metallo arrugginito, senza acqua. Alcuni erano così traumatizzati che non riuscivano neanche a muoversi. La maggior parte di loro aveva condizioni fisiche precarie, con diverse infezioni. Altri invece godevano di una salute migliore, mostravano comportamenti tipici degli animali domestici, lasciando quindi ipotizzare che appartenessero a qualcuno.
Camion come questi vengono avvistati molto spesso, ma non vengono quasi mai fermati nonostante le sollecitazioni dei collettivi animalisti. Agli attivisti non resta altro che prendere d’assalto i camion e liberare i cani con la forza, con tutti i rischi connessi a salvataggi del genere.
Dopo un calvario inimmaginabile, questi 68 cani hanno riacquisito la propria libertà, ma rappresentano solo una goccia in mezzo al mare. I numeri parlano di circa 30 milioni di cani macellati in tutta l’Asia ogni anno. Si tratta perlopiù di cani allevati e destinati al macello. Ma in molti casi “i fornitori” non si fanno scrupoli nell’accalappiare cani randagi o nel strapparli ai propri amati proprietari.
Festival di Yulin, un fenomeno fuori controllo
Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, ha sottolineato il rischio per la salute pubblica che viene a crearsi a causa del traffico illegale di carne di cane. L’esperto ha portando come esempio diversi casi di rabbia e altre infezioni contratte dai consumatori. “Già questa dovrebbe essere una ragione sufficiente affinché le autorità cinesi pongano fine a questo commercio una volta per tutte”.
Quando il festival a Yulin si è tenuto per la prima volta, nel 2009, 15.000 cani sono stati trucidati durante i giorni principali dell’evento. Grazie al lavoro dei volontari e le pressioni di alcuni funzionari cinesi, questa cifra si è ridotta a circa 3000. Il problema principale è rappresentato però da ciò che avviene fuori dalle zone in cui si svolge il festival, dove le autorità non riescono a imporre controlli più serrati. I cani uccisi e serviti sulle tavole potrebbero essere centinaia di migliaia.