A Pasqua non mangiare cadaveri

Il modello alimentare dominante prevede il consumo di tonnellate di carne. Solo nel 2000 si parlava di 217 milioni di tonnellate di carne consumata. A distanza di 11 anni la quota è salita e a causa di antiche tradizioni, nel periodo delle festività pasquali, le stragi di animali sono destinate a crescere.

Chi può fermare questo scempio? Possiamo farlo tutti noi. L’attuale modello alimentare non è salutare per l’uomo, per l’ambiente e tanto meno per il regno animale. Le tradizionali tecniche di allevamento sono state sopppiantate da tecniche intensive proposte dagli allevamenti industriali.

Vittime del periodo pasquale sono gli agnelli. Questi sono stati allontanati dai pascoli e vivono rinchiusi in casse metalliche dove vengono alimentati con farine di cereali, semi oleosi, pesce e carni. La permanenza nelle mini stalle è di brevissima durata. Gli animali finiscono molto presto al macello per poi giungere nelle case dei consumatori.

C’è davvero chi riesce a mangiare la carcassa di un cadavere? Tutti gli animali e nella fattispecie l’agnello, sono esseri viventi senzienti, cioè, proprio come l’uomo, riescono a provare piaceri e dolori, è questo il punto che deve essere compreso dalle masse per attutire le stragi annuali.

Aprile è il mese per la tutela dei diritti degli animali. La Pasqua Cristiana è simbolo di rinascita. Il rispetto e l’amore per le forme di vita sono le caratteristiche che contraddistinguono la specie umana…. i presupposti ci sono tutti, quindi perché continuare a mangiare cadaveri?

Le stime effettuate dalla federconsumatori dicono che per l’ultima Pasqua la vendita di carne agnellina è cresciuta del 25%.

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