Cane fatto precipitare dal sesto piano

Il cane fatto precipitare dal sesto piano deve avere giustizia
Lega Nazionale per la Difesa del Cane annuncia la costituzione di parte civile nel procedimento giudiziario ai danni dell’uomo, abitante di Casaluce (CE), che ha ucciso un cane – presumibilmente randagio – facendolo precipitare dal sesto piano di un palazzo.

“Il responsabile di questo grave atto – dichiara Piera Rosati presidente LNDC – oltre a rispondere del reato di cui all’ art. 544 bis c.p., potrebbe vedersi contestata l’aggravante dei motivi abbietti o futili. Quanto accaduto è inammissibile, gesti come questi non possono rimanere impuniti ne’ possono ripetersi, poiché denotano una tale malvagità da far presupporre gravi disturbi del comportamento. Disturbi che, come ha dimostrato la spietata azione di cui è stato vittima un cane indifeso, potrebbero rivelarsi pericolosi per tutti gli esseri viventi, umani compresi. L’Associazione andrà fino in fondo per individuare le responsabilità di chi ha causato una morte così atroce e che poteva essere certamente evitata. Chi ha sbagliato, deve pagare. In un paese civile la vita di tutte le creature è un valore assoluto e un simile grado di arretratezza morale e di ferocia inaudita non si può e non si deve tollerare. Confidiamo nella pronta risposta degli inquirenti per fare chiarezza su questo ennesimo episodio di inciviltà ai danni di animali inermi”.

Secondo quanto reso noto dalla stampa, più testimoni hanno assistito a questa tragica vicenda. Lega Nazionale per la Difesa del Cane invita tutti coloro che sanno e hanno visto a contattare le forze dell’ordine affinché sia fatta giustizia.

E’ bene ricordare che, dal dicembre 2010, in Italia maltrattamenti e uccisioni di animali sono puniti più severamente: la legge n. 201 del 4 novembre 2010 – “Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno” – ha aumentato infatti le sanzioni previste dal Codice Penale per i reati di uccisione e maltrattamento di tutti gli animali. Grazie a questa legge, oggi, chi cagiona la morte di un animale può essere punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni, chi li maltratta rischia da 3 mesi a 18 mesi di reclusione o una multa da 5.000 a 30.000 euro, aumentata della metà in caso di morte dell’animale.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane auspica che il pubblico ministero che seguirà il caso vorrà fare della morte di questa povera creatura innocente un caso emblematico, portando il responsabile a un processo pubblico che sia di esempio e monito. La LNDC dal canto suo si adopererà in ogni modo per sostenere che è sulla civiltà e non sulla crudeltà gratuita che si fonda il nostro Paese.

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