Eolico ad alta quota: aquilone alimenterà 40 abitazioni

Eolico ad alta quota aquilone alimenterà 40 abitazioni
Utilizzare l’eolico ad alta quota per sostituire le fonti fossili. Possibile e auspicabile secondo i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale della Delft University of Technology, in Olanda. Energia che però richiede strutture differenti da quelle tradizionali, che sappiano resistere alle forti intensità ventose delle grandi altitudini.

Secondo gli ingegneri olandesi la risposta sarebbe nei “kite”, strutture simili ad aquiloni e in grado di garantire flessibilità a fronte di alte prestazioni. Sfruttando un impianto con superficie di 25 metri quadrati l’energia eolica catturata sarebbe pari, secondo i ricercatori, a quella necessaria per soddisfare il fabbisogno di 40 famiglie. Una tecnologia quindi molto promettente, come sottolinea Roland Schmehl, docente associato presso la Delft University of Technology:

 

Il vento ad alta quota è la maggiore sorgente di energia rinnovabile. Ad ogni modo, questo potenziale è molto lontano dall’essere raggiunto dai sistemi di cattura dell’energia eolica tradizionali, che utilizzano strutture rigide a torre. Una delle possibili soluzioni per catturare l’energia eolica ad alta quota è utilizzare sistemi di produzione che utilizzino i kite.

 

Durante i test svolti in Olanda, i ricercatori hanno fatto volare i kite a un’altezza compresa tra i 100 e i 300 metri, ben al di sopra quindi dei 200 metri massimi raggiunti dalle normali strutture di terra. Un’altitudine che però può essere superata con facilità, come spiega lo stesso Schmehl:

 

Operiamo tra i 100 e i 300 metri, ma di fatto i kite possono volare molto più in alto. Il record di altitudine raggiunto è di 9.740 metri.

 

Altro motivo per cui guardare con fiducia a soluzioni di questo tipo sarebbe, sottolinea Schmehl, la possibilità di superare con questa tecnologia uno dei maggiori limiti delle attuali strutture eoliche: l’intermittenza del moto ventoso. Maggiore è l’altitudine e più costante risulterebbe il flusso del vento, garantendo una forniture pressoché costante di energia pulita.

Il meccanismo di produzione energetica che ne deriva viene paragonato al funzionamento di un pistone nel motore di un’automobile, con il continuo movimento in salita e discesa che di fatto trasforma il moto ventoso in energia rinnovabile.

Non ci sono ancora riferimenti precisi riguardo il costo che un impianto simile da 25 metri quadrati potrebbe avere per i clienti. Il professor Schmehl è però certo che l’acquisto di questa struttura potrà essere reso più economica e raggiungibile una volta avviata la produzione in serie:

Una volta avviata la produzione in serie stimiamo che il nostro prototipo da 25 metri costerà e avrà dimensioni pari a quelle di un’autovettura di piccole dimensioni.

Fonte greenstyle.it di Claudio Schirru

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