Appena cinque anni fa, le prospettive per le aziende che avevano investito nella green economy sembravano decisamente rosee, tanto che le start up nel settore dei biocarburanti o dell’energia solare spuntavano come funghi. Poi, la crisi economica, che, come scrive Forbes, ha trasformato molti “miliardari dell’ecologia”, soprattutto quelli attivi nel fotovoltaico, in “non più miliardari”.
In realtà, secondo gli analisti economici ci sono ancora margini di sviluppo piuttosto ampi per l’economia verde, solo che sono per così dire meno appariscenti. È il caso, ad esempio, del settore delle tecnologie di accumulo dell’energia solare, oppure delle tecniche di dissalazione e di filtrazione dell’acqua.
Crisi o non crisi, dei 1.426 miliardari del mondo restano ancora pochi quelli che operano nel campo delle energie rinnovabili o della conservazione del territorio. Alcuni, come l’americano Elon Musk e il tedesco Aloys Wobben, hanno fondato imprese energetiche “pulite”; altri, come Ted Turner e Louis Bacone sono impegnati nel settore della tutela del suolo.
Wobben, ad esempio, deve i suoi utili netti di 3 miliardi netti di dollari alla proprietà di turbine eoliche a marchio Enercon, l’azienda che ha fondato nel 1984 e che da allora è cresciuta fino a diventare il quinto più grande produttore di energia eolica del mondo, conquistando il 60% del mercato tedesco.
Musk, invece, è co-fondatore e amministratore delegato della casa automobilistica elettrica Tesla e possiede circa il 25% della società, del valore di circa 1,4 miliardi di dollari (oltre al 27% di SolarCity, che installa, vende e affitta impianti solari per clienti residenziali e commerciali).
Il comparto dell’etanolo annovera invece un solo miliardario in tutto il mondo, Rubens Ometto Silveiro Mello della Cosan, uno dei più grandi produttori e trasformatori di canna da zucchero, nonché uno dei maggiori produttori di etanolo del mondo. Secondo Forbes, il suo patrimonio ammonta a circa 2,5 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda invece il fotovoltaico, i “Paperoni” sono Christy Walton e il cinese Zhu Gongshan, i cui patrimoni reggono nonostante la crisi del settore. Nel campo della conservazione del territorio, invece, spicca il nome di Ted Turner, uno dei più grandi proprietari terrieri privati degli Stati Uniti, possessore di 2,1 milioni di ettari in 13 stati. Da anni Turner lavora per restituire la terra del suo Flying D Ranch, in Montana, al suo stato naturale, abbattendo le recinzioni e lasciando i bisonti liberi di vagare per le praterie.