Isolamento termico industriale, l’Italia perde terreno?

Borsini, Presidente di ANICTA: “Con un unico investimento di circa 90 milioni di euro, l’industria italiana può risparmiare ogni anno 500 milioni di euro”

Isolamento
C’è un treno che l’Italia rischia di perdere: quello del risparmio economico ottenibile dall’isolamento termico industriale. A lanciare l’allarme è ANICTA, l’Associazione Nazionale Imprenditori Coibentazioni Termiche Acustiche, che attraverso il suo presidente Lorenzo Borsini commenta oggi i risultati dello studio redatto da European Industrial Insulation Foundation (www.eiif.org).

L’associazione europea infatti ha valutato sette paesi – Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito – identificando i potenziali annuali di isolamento industriale in termini di energia risparmiata (in PJ) e riduzione delle emissioni (in Mt CO2). ll risultato? Il potenziale di risparmio è grande ed esiste in tutte le regioni e settori, senza contare che i tempi di recupero degli investimenti sono molto rapidi e generalmente inferiori ad 1 anno.

In questo contesto, spiega Borsini, “l’industria italiana sta perdendo giorno dopo giorno energia e denaro. L’isolamento termico industriale è una delle soluzioni economicamente più conveniente disponibili sul mercato per ridurre il consumo energetico, mitigare l’impatto dei costi energetici e migliorare la competitività globale dell’industria europea. In Italia, con un investimento iniziale, sostenuto una sola volta, di circa 90 milioni di euro, l’industria italiana può risparmiare ogni anno 500 milioni di euro. Si tratta di un’opportunità di business che nessuna industria energivora dovrebbe ignorare”. Nel dettaglio per l’Italia il possibile risparmio totale ammonterebbe a circa 65 PJ e 4,5 Mt CO2 al’anno, vale a dire quantitativi superiori al consumo energetico di 1.500.000 famiglie ed alle emissioni di 2,2 milioni di vetture.

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