La piaga del randagismo: quasi tre milioni di animali per le strade

randagismoIl fenomeno del randagismo in Italia con oltre 700mila cani e 2 milioni di gatti per le strade: l’ultimo rapporto Lav e Lega antivivisezione

E’ ancora emergenza in Italia per il randagismo. L’ultimo rapporto Lav-Lega antivivisezione ha ricordato una realtà che stenta a diminuire, con un divario molto forte tra nord e sud.

Animali randagi, i costi alle istituzioni

Secondo il rapporto, oltre al numero di animali vaganti, altri 100 mila esemplari sono rinchiusi nei canili con un costo che si aggira a 126milioni di euro per lo Stato.

Esiste una profonda differenza tra Nord Centro e Meridione: oltre agli animali abbandonati, si sono venute a creare in alcune aree come nelle isole, dei branchi di randagi, cani vaganti che si riproducono e s’inselvatichiscono. La stessa Ilaria Innnocenti, responsabile nazionale area animali familiari della Lav si è anche soffermata sulla consuetudine di lasciare i cani liberi come nelle aree più emarginate o nelle campagne.

Cani padronali ovvero lasciati liberi nelle campagne che nella maggior parte dei casi non vengono sterilizzati né tantomeno chippati o controllati dai padroni. A questo si aggiungono cani senza un padrone che si riproducono e le cui cucciolate crescono in libertà.

Combattere il randagismo

Per combattere questo fenomeno, la Lav ha ricordato che non tutte le amministrazioni ricorrono agli strumenti per prevenire e contrastare il randagismo: campagne di sterilizzazione e microchip con registrazione all’anagrafe.

L’elemento più sconcertante, evidenziato dal rapporto è che in sei canili su dieci, gli animali recuperati non vengono sterilizzati e microchippati quanto entrano in canile. Due procedure che sarebbero obbligatorie ma che non vengono applicate.

Sono necessari maggiori controlli sul territorio e nei canili.  Lav-Lega anti vivisezione hanno evidenziato che può essere migliorata la gestione dei randagi e che addirittura le campagne di sterilizzazione e di microchip ridurrebbero i costi anche alle istituzioni.

Migliorare la gestione dei randagi

“Occorrono campagne massicce di microchippatura gratuita. Anche per i privati che non possono affrontare la spesa rivolgendosi al veterinario. Iniziativa che farebbe oltretutto risparmiare molto i Comuni. Un microchip costa 4 euro contro i 1.280 che si spendono per mantenere un cane in canile per un solo anno”, sottolinea Innocenti. La responsabile ha poi aggiunto che “in compenso, il microchip consentirebbe di risalire al proprietario quando un cane si perde e di restituirglielo».

Secondo il rapporto, il 40% degli animali che entrano al rifugio sono restituiti al proprietario ma questa percentuale si abbassa in maniera drastica al Sud. “Nel Mezzogiorno la restituzione al detentore è dell’8,3%, bassissima, mentre sale al 38% al Centro e al 71,98% al Nord”, commenta Innocenti.

Tra le iniziative promosse quella del ministero della Salute, con la campagna  per le adozioni “Code di casa”. Lo stesso Ministero ha lanciato l’allarme sulla scarsità della sterilizzazione in Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna e in alcune province della Campania.

Sterilizzazione  e microchip

In Campania, Save the Dogs and Other Animals (www.savethedogs.eu) ha lanciato un’altra iniziativa: #Nonunoditroppo per combattere il randagismo, nell’ambito della quale sono state effettuate 499 sterilizzazioni, 49 adozioni e 184 microchippature.

“Il divario enorme tra Nord e Sud Italia in tema di randagismo è enorme e i numeri ne sono la conferma. Dei 98mila 596 cani presenti in rifugio, il 67% si trova nel Mezzogiorno: sono oltre 66.200 i cani nel Sud e nelle isole. E sempre al Sud sono concentrati i canili”, dichiara Save the Dogs e proprio la Campania è al primo posto per i cani nei canili, affermando che per combattere questa piaga è necessario avviare iniziative concrete a partire dalla sterilizzazione e l’iscrizione in anagrafe, ma anche sensibilizzare i padroni e aumentare i controlli.

 

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