Laguna dell’Isola di Praslin: paradiso terrestre


Chi non ha mai detto almeno una volta nella propria vita: “voglio andare a vivere su un’isola deserta”?
Tutti almeno una volta hanno desiderato di rifugiarsi su un isolotto sperduto lontano dallo stress della civiltà moderna.

Spiagge incontaminate di un’isola deserta, sabbia bianca come il latte e nell’aria il profumo delle palme da cocco, acqua verde smeraldo vitrea e trasparente come il cristallo, pesci dai colori unici ed uccelli acrobati che volteggiano nell’aria disegnando trame meravigliose.

Eccola l’isola sperduta: una tra le isole, sparse su circa 450 km quadrati a oriente delle coste del Kenya. Ognuna con un’atmosfera propria, ritmi, suoni e colori che la distinguono dalle altre. È l’arcipelago delle Seychelles, un microcosmo tropicale nell’Oceano Indiano.

Da scoprire la Laguna dell’Isola di Praslin, Seychelles: lunghe spiagge e piccole insenature, nella fitta vegetazione, tra massi di granito e foreste di mangrovie.

Un tempo quest’isola era frequentata da mercanti e pirati ed è stata qualche volta confusa con il Paradiso terrestre. Tanto che nell’Ottocento il generale britannico Charles George Gordon, era convinto che fosse il Giardino di Adamo ed Eva descritto nella Bibbia.
Eden o meno, una cosa è certa: oltre a essere una magnifica isola ospita anche specie molto insolite. Solo su quest’isola cresce il cocco di mare (Lodoicea maldivica) una rarissima palma famosa per i suoi frutti a forma di… “natiche”

Nella foto sopra Anse Lazio|Praslin
E’ protetta da una fitta cortina di palme: lunga e sottile, ha una sabbia bianca che esalta ancora di più le tonalità verdi e azzurre del mare. Qualcuno dice che sia la più bella spiaggia dell’Oceano Indiano. La quiete del luogo non è per nulla disturbata dalla presenza discreta di un ristorantino al margine destro della riva, il Bonbon Plume, che serve solo pesce fresco e deliziosi cuori di palma. E offre una vista destinata a rimanere impressa nella memoria.

Un paio di scarpe da trekking e circa venti minuti di cammino ripagheranno la (lieve) fatica necessaria per raggiungere Anse Georgette (nella foto sopra). Nei momenti di massimo affollamento si troverà al più una barca ancorata al largo della spiaggia. Più spesso, nessuno con cui dover spartire questa piccola fetta di paradiso.

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