Cosa non fare in caso di infiammazione

inflammazione

Avrete sentito parlare di artrite, tonsillite, bronchite. Tutte le malattie che terminano per –ite indicano l’infiammazione di una specifica area del corpo. Ad esempio la colite è un’infiammazione del colon, l’appendicite dell’appendice, dermatite della pelle, tendinite dei tendini, epatite del fegato ecc. Queste etichette patologiche denotano semplicemente la parte affetta, ma falliscono nel comprendere la causa dell’infiammazione.

L’infiammazione manifesta di solito dolore acuto, dovuto alla pressione esercitata dai tessuti infiammati sui nervi. E questo è un bene, poiché il dolore limita i comportamenti che potrebbero danneggiare ancora di piú l’organismo. Ad esempio se ci fa male la schiena, eviteremo di alzare carichi pesanti, se fa male la gola, mangeremo di meno e berremo di piú.

Non appena individuata la parte affetta da infiammazione, é pratica medica somministrare al paziente un antidolorifico, o pratica comune andare in farmacia a comprarlo. Grazie al farmaco, il dolore associato all’infiammazione svanisce e puó sembrare quasi un miracolo: possiamo continuare con il nostro lavoro e la nostra vita credendo di essere tornati in salute. Ma questo potrebbe non essere il caso.

Questi medicinali hanno la capacitá di provocare piú danni, che il valore del sollievo momentaneo e sono distruttivi su due livelli: primo, incoraggiano la continuazione del comportamento che ha causato l’infiammazione (ad esempio, sovraccarico delle vertebre e dei muscoli della schiena). Secondo, causano quasi senza eccezione gli eufemisticamente chiamati “effetti collaterali”. A volte questi effetti collaterali potrebbero valerne la pena. Peró c’è sempre un rischio virtuale. Farmaci antidolorifici e antiinfiammatori sono di uso comune, anche troppo comune, e pochi sono davvero consapevoli dei rischi reali ai quali si stanno sottoponendo. Probabilmente, sarebbe meglio sopportare il dolore e andare direttamente alla causa di questo, cambiare stile di vita e perfezionare i propri comportamenti.

Soluzioni rapide di qualsiasi tipo raramente portano benefici a lungo termine. Un esempio chiaro è il fast-food, quando abbiamo fame, è facile cadere nella trappola del consumo di qualcosa di veloce, ma ci fa bene abusare di questa invenzione? Credo che tutti noi conosciamo la risposta. Consumare droghe ricreazionali ci fa sentire euforici, ma quanto puó durare? E che dire dell’alcool? È piacevole passare una serata e esagerare con questa sostanza, ma come ci sentiamo il giorno dopo? E cosa dire dei problemi a lungo termine derivanti dall’abuso di alcool e droghe?

Descrizione del processo infiammativo

Come risultato di una lesione o ferita provocate da agenti estranei all’organismo o a causa di un trauma, ad esempio un osso rotto, un morso di un insetto o una reazione ad un’infezione batterica, le cellule del tessuto danneggiato producono istamina. L’istamina provoca il mutamento dei minuti vasi sanguigni, i quali rilasciano fluidi all’area ferita. Il flusso sanguigno locale aumenta e trasporta speciali cellule ematiche all’area, la cui specialitá è quella di collezionare sostanze aliene per l’atto eliminativo. Assieme a queste cellule giungono anche fibrinogeni, i quali stimolano la coagulazione. Il coagulo è una risposta naturale e fa da partizione, è come un muro che viene eretto tra l’area infetta e il resto del corpo. La partizione arresta la fuoriuscita dei fluidi, impedisce alla materia morbosa di entrare in contatto con le parti sane, e risulta nel caratteristico gonfiore dell’infiammazione. L’infiammazione è causata da un agente eccitante ed è un comune meccanismo di difesa dell’organismo. Alla luce di ció essa è riconosciuta come un processo intelligente di guarigione.

Il Dr. H. Lindlahr spiega che il corpo non sopprime la crescita e moltiplicazione dei batteri finché la materia morbosa della quale si cibano e sussistono non sia stata consumata e decomposta. Egli afferma che antibiotici e antitossine somministrati in alte dosi durante queste cinque fasi, potrebbero sopprimere l’attivitá microbica e il processo infiammativo prima che quest’ultimo abbia fatto il suo corso riparativo naturale e prima che la materia patologica sia eliminata.

Le 5 fasi dell’infiammazione, secondo il Dr. Lindlahr, sono:

1)Incubazione
Durante questa fase tossine, materia morbosa e altri eccitanti infiammativi si concentrano in una determinata parte o un organo del corpo. Quando si accumulano in una quantitá tale da interferire con la normale funzione dell’organismo o da mettere in pericolo la salute e la vita, forze vitali si mettono in moto e reagiscono d’emergenza attraverso il processo d’infiammazione.

2)Aggravamento
Durante il periodo di aggravamento i fagociti inghiottiscono le tossine nel corpo. Questa fase è accompagnata da un corrispondente aumento di temperatura, febbre e infiammazione, finché raggiunge il suo climax, marcato dalla maggiore intensitá dei sintomi febbrili e di dolore.

3)Distruzione
Disintegrazione di tessuti dovuta all’accumulo di essudati a causa della formazione di pus; sviluppo di ascessi, foruncoli, fistole, irritazione, piaghe e altri sintomi febbrili e d’infiammazione.

4)Riduzione
Assorbimento ed eliminazione di essudati, pus ecc. accompagnato dall’abbassamento di temperatura, battito cardiaco e altri sintomi d’infiammazione.

5)Risoluzione o ricostruzione
Quando il periodo di riduzione ha fatto il suo corso completo e le aree affette sono ripulite delle accumulazioni e ostruzioni morbose, la quinta fase è di ricostruzione e riparazione dei tessuti lesi e degli organi danneggiati. Ritorno alla norma.

È estremamente importante non interferire con alcuna fase sopraindicata. La miglior azione è mettersi a riposo cosicché tutta l’energia vitale possa essere reindirizzata al processo di guarigione. Lindlahr spiega cosa potrebbe succedere se ciascuna di queste fasi fosse soppressa.

Soppressione durante le prime due fasi d’infiammazione

Lindlahr spiega che questa pratica involve sempre il pericolo che le tossine non eliminate sovraccarichino organi e parti vitali, predisponendo la fondazione di malattie croniche distruttive.

Soppressione durante la terza fase d’infiammazione

Se s’interferisce con il processo durante questa fase, c’è la possibilitá che l’area affetta rimanga danneggiata in modo duraturo e questo lasci gli organi permanentemente invalidati.

Soppressione durante la quarta e quinta fase d’infiammazione

Se si blocca o s’interferisce con questi processi di eliminazione prima che vengano portati a termine, le parti affette e gli organi non hanno la possibilitá di ricostruirsi perfettamente. Potrebbero rimanere anormali, paralizzati e la loro funzione invalidata, anche seriamente.

 

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