Transizione ecologica: svolta verde con un investimento da 43 miliardi

ministro ambiente

“La transizione ecologica è necessaria, oltre che essere una grande opportunità. Ha dei costi, ma il governo, come ha già fatto nei mesi scorsi è impegnato ad evitare che l’aumento dei prezzi ricada sulle famiglie più fragili”. E’ quanto dichiara il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in un’intervista su “La Stampa”.

Il ministero metterà sul tavolo 43 miliardi di euro sui 62 miliardi che sono stati stanziati dal Pnrr- Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, grazie al fondo complementare ed al bilancio dello Stato. Il 70% degli investimenti per rilanciare il paese.

“Tutte le decisioni che sta prendendo il ministero vanno in questa direzione”, assicura il Ministro.

“Si punta sulla cura del ferro per abbattere la Co2 (2,3 milioni di tonnellate annue in meno), si investe sulle colonnine per la ricarica elettrica delle auto, su nuovi bus elettrici e a idrogeno, sulla mobilità dolce e l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e su tanti altri programmi”. Queste le grandi linee della nuova strategia alla quale si aggiungono i cantieri e le grandi opere.

Draghi e il Green Deal

In diverse occasioni, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato l’impegno dell’Italia nel sostenere il Green Deal. In quest’ottica, nell’ambito del 15° Forum economico italo-tedesco, Draghi ha specificato che “lo Stato deve essere pronto ad aiutare cittadini e imprese nell’affrontare i costi di questa complessa trasformazione”. Partendo dalla digitalizzazione come strumento innovativo  per la sostenibilità.
Alla 76esima Assemblea generale dell’Onu che si svolge in questi giorni a New York, interviene sulla crisi climatica a distanza di poche settimane dalla Cop26 di Glasgow, Draghi ha ribadito l’urgenza della transizione.

“L’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite ci ha detto tre cose: che la nostra azione dovrebbe essere immediata, rapida e su larga scala. E se non agiamo per ridurre le emissioni di gas serra, non saremo in grado di contenere il cambiamento climatico al di sotto di 1,5 gradi”.  Draghi ha poi messo in guardia sui costi economici e sociali, richiamando l’attenzione degli investimenti e delle strategie degli stati che non possono prescindere dai cittadini.

Argomento che il premier italiano ha poi ricordato al vertice Eumed di Atene

“Dobbiamo considerare che una transizione ecologica così grande e rapida comporta anche costi economici e sociali immensi. Da un lato siamo determinati a percorrere questa transizione, dall’altro siamo determinati a proteggere, specialmente i più deboli, dai costi sociali che, come abbiamo visto ora con l’aumento delle bollette, potrebbero essere veramente significativi”. Ha commentato il presidente del Consiglio.

UE e transizione ecologica

Per Draghi “c’è un ruolo fondamentale dell’Ue e della commissione. Per tanti motivi. Uno è che i Paesi Ue sono in posizioni di partenza diverse: i Paesi del Nord, rispetto a quelli del Sud, dipendono meno da certi idrocarburi. E poi c’è un altro motivo per cui la commissione è centrale ed è il suo potere d’acquisto. Nella seconda fase della campagna acquisto dei vaccini la commissione Ue è stata straordinaria: una delle cose di cui si è parlato è cercare di vedere se questo ruolo di acquirente collettivo dell’Ue può essere esteso ad altre esperienze”.

Sempre in questi giorni, Draghi era anche intervenuto con un videomessaggio al Forum delle Maggiori Economie sull’Energia e il Clima (Mef), promosso dal presidente Usa Biden. Nel suo messaggio, il premier ha ricordato che “con l’accordo di Parigi ci siamo impegnati a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. La maggior parte dei nostri Paesi ha rinnovato questo impegno nelle recenti riunioni del G20. Tuttavia, dobbiamo essere onesti nei confronti di noi stessi: stiamo venendo meno a questa promessa. Se continuiamo con le politiche attuali, raggiungeremo quasi 3 gradi di riscaldamento globale entro la fine del secolo” con “conseguenze catastrofiche”.

Il premier ha poi lanciato l’allarme sugli effetti dei cambiamenti climatici che “sono già molto chiari”.

“Negli ultimi 50 anni, il numero di disastri legati ad eventi meteorologici si è quintuplicato. Gli incendi stanno divorando le foreste, dalla California all’Australia. E dalla Germania alla Cina, stiamo assistendo a inondazioni sempre più devastanti. L’Italia sta fronteggiando l’innalzamento del livello del mare a Venezia e lo scioglimento dei ghiacciai sulle Alpi”.

 

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