La Leva Fiscale aiuterà l’ambiente? Tra incentivi ed ecotasse

Da Stefania Prestigiacomo a Corrado Clini, è così che è cambiato il Ministero dell’Ambiente e cambierà ancora in conseguenza dell’Accordo Durban. A cosa sta andando incontro l’Italia?

L’accordo Durban prevede uno sviluppo tecnologico che assicura una riduzione delle emissioni nocive e al contempo una crescita economica. Si tratta di un accordo fortemente desiderato dall’Italia. L’innovazione ambientale prevede degli incentivi ma anche delle tassazioni, infatti, durante l’intervista del ministro Clini si è parlato di ecotasse; Un aggravio economico destinato a tutti coloro che non si manterranno al passo con un piano eco-sostenibile. E’ stato infine chiarita l’intenzione dell’attuale governo di stanziare degli incentivi per l’acquisto di auto elettriche ma i fondi non saranno pronti prima della fine del 2013.

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Se da un lato i cattivi consumatori e produttori vengono aggravati delle ecotasse, dall’altro, i cittadini virtuosi avranno un decremento delle imposte pari al 55%. Il piano di sviluppo ambientale prevede una crescita occupazionale con un gran numero di nuovi posti di lavoro nel settore della green-economy.

“Rispetto dell’ambiente e crescita economica sono due facce della stessa medaglia e si tengono insieme proprio attraverso un uso corretto della leva fiscale”. Ad affermarlo è stato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ieri mattina, durante un’intervista, ha spiegato come un uso corretto della leva fiscale potrà coniugare ambiente e sviluppo.

“Si tratta  di disincentivare i combustibili fossili e incentivare invece l’uso di fonti alternative e rinnovabili. I benefici, anche fiscali, possono essere maggiori degli eventuali costi. I nuovi impegni ambientali, come quelli decisi a Durban – ha spiegato il ministro – impongono in tutta Europa un sistema di penalizzazioni e soprattutto di premi per orientare produzione e stili di consumo verso l’innovazione”

In sede europea e in Italia si deciderà presto un quadro di incentivi e di ecotasse a favore di un’energia più pulita. La scelta spetterà ai consigli europei dei ministri che si occupano di ambiente, finanze (Ecofin) e competitività; in Italia dovranno lavorare insieme i ministeri di Ambiente, Economia e finanze, Sviluppo economico. Chi produce o consuma in modo rispettoso per l’ambiente avrà un vantaggio economico competitivo; l’aggravio per chi non saprà innovare darà i fondi per finanziare e incentivare l’innovazione”.

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Tra i vantaggi economici figura un’esenzione fiscale che si spinge oltre il 50%. Ciò significa che i cittadini potranno finalmente ottenere un risparmio tangibile sulle tasse, e, stando alle parole del ministro Clini, anche sulla bolletta. Il risparmio sulla bolletta è dubbio in quanto, l’elettricità derivata da fonti rinnovabili è più costosa di quella convenzionale, ma probabilmente il piano di sviluppo economico e ambientale prevede un rientro di questi costi.

“Il caso dell’esenzione fiscale del 55% sull’efficienza energetica – ha rilevato il ministro Clini – dimostra che il beneficio economico è maggiore del costo. Oltre al risparmio dei cittadini sulla bolletta energetica e sulle tasse, oltre alla riduzione dei costi per le emissioni di CO2, oltre al contenimento del disavanzo energetico dell’Italia, se non ci si ferma alla sola copertura dei costi, ma leggendo in chiave di conto economico il Fisco (tra Iva e Irpef generate, emersione dell’Iva, occupazione creata), incassa tre volte la spesa sostenuta”.

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