Nanosensore, il laser che individua le molecole pericolose. Una scoperta tutta Italiana

Un team di ricercatori di Genova, del Dipartimento di Nanostrutture dell’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con il Bionem Lab dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, ha sviluppato un nanosensore laser capace di individuare la presenza di molecole pericolose, siano esse sostanze inquinanti che particelle infette o addirittura sostanze dopanti.

La particolarità di questo laser è quella di scoprire la presenza di tracce infinitesimali di diverse sostanze che senza il laser, non sarebbero rintracciabili. Il nanosensore è in fase di brevettazione e non si limita a rilevare la presenza delle sostanze, ma riesce a studiarne anche la composizione molecolare così da facilitare alcuni processi di laboratorio. Tra le capacità imputabili al Nanosensore Laser, c’è quella di riuscire ad eseguire un test del DNA che nei laboratori, richiederebbe un tempo e una procedura più lunga.

Il Nanosensore Laser è stato elaborato con una superficie in nanocolonne di silicio, altamente idrofobica così da evitare che le gocce di soluzione da esaminare possano aderire alla superficie. Tra le colonnine in silicio vi si trovano le nanopunte plasmoniche; queste strutture, così collocate, sono capaci di trasformare il fascio di luce laser, in una luce molto più sottile. Sarà questa luce sottile a catturare e studiare la composizione chimica delle molecole disperse nella soluzione.

Sono molte le molecole che possono essere rintracciate con il Nanosensore Laser, è per questo che il nuovo brevetto potrebbe essere utile in molti settori: in quello alimentare per rilevare la presenza di tossici negli alimenti, in quello ambientale per il controllo vivibilità dell’atmosfera e anche nel settore sportivo con il test anti-doping o il droga-test, il nanosensore laser è capace di individuare sostanze psicotrope o ormoni.

Nonostante le molteplici capacità, il primo campo di applicazione potrebbe essere il settore della diagnostica precoce per la prevenzione di malattie come il cancro e la sclerosi multipla. Il laser può individuare le cellule danneggiate: saranno tracciati i marcatori proteici presenti in determinate cellule o nel sangue. La diagnosi verrà effettuata prima dell’insorgenza vera e propria della malattia così sarà possibile intervenire in tempi utili e stroncare il malessere sul nascere.

Il Nanosensore Laser è molto più potente delle tecnologie adoperate oggi nel campo medico-sanitario, secondo Enzo Di Fabrizio, direttore del dipartimento di Nanostruttre di Genova, il nuovo Nanosensore Laser “permette di individuare singole molecole in soluzioni molto diluite“, in altre parole, lo strumento messo a punto a Genova è capace di trovare il famoso ago nel pagliaio!

Via | Nature.com

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