Zenzero effetti collaterali: quali sono le principali controindicazioni

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Tutte le controindicazioni dello zenzero, e i suoi effetti collaterali.

Dello zenzero si parla sempre più spesso come un vero e proprio toccasana in grado di condividere importanti benefici.

Ma esistono anche effetti collaterali dello zenzero? Lo zenzero fa male? E quali sono le controindicazioni che dovreste conoscere prima del suo utilizzo?

Effetti collaterali dello zenzero

Anche se questo approfondimento non vuole sminuire i tanti benefici che lo zenzero può apportare al vostro organismo, è bene cercare di guardare a 360 gradi le proprietà di questo alimento concentrandoci anche sui suoi effetti collaterali.

In particolare, come i medici potranno ben confermarvi, l’assunzione dello zenzero è particolarmente sconsigliata alle persone che soffrono di calcoli biliari. Lo zenzero può infatti stimolare il rilascio di bile dalla cistifellea, e la conseguenza per chi è già affetto da calcoli sono dunque piuttosto nocive.

Non solo: lo zenzero è generalmente sconsigliato anche per chi soffre di colon irritabile.  Se infatti è pur vero che lo zenzero può favorire i movimenti intestinali, è anche vero che si tramuta in un’arma a doppio taglio nel caso in cui il colon sia irritato, determinando diarrea, eccessiva motilità intestinale e produzione di gas.

Ricollegato a quanto abbiamo sopra ricordato è anche il rischio che lo zenzero possa peggiorare condizioni di gastrite, favorendo addirittura – se assunto in elevate quantità – la formazione di ulcere. Infine, è possibile che lo zenzero possa interagire con specifici farmaci (alcuni antinfiammatori, ad esempio), andando ad amplificare gli effetti dei principi attivi.

Lo zenzero fa male?

Con quanto sopra non vogliamo certamente suggerire che lo zenzero fa male (anzi!).

Tuttavia, come per ogni cambiamento nella propria alimentazione, e come avviene nel caso in cui si opti per l’introduzione di un “nuovo” elemento nella propria dieta, è sempre opportuno parlarne con il proprio medico.

In particolare, il nostro suggerimento è quello di condividere periodicamente con il vostro medico le abitudini alimentari, ponderandole sulla base delle vostre specifiche condizioni di salute, con i farmaci che state attualmente prendendo, e così via.

In quell’occasione potrebbe ad esempio emergere che lo zenzero rientrerà nelle sostanze da evitare o, più frequentemente, che invece potrebbe essere addirittura consigliato a fine pasto, o in altri contesti.

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Lo zenzero fa male? E si può mangiare durante la gravidanza o l’allattamento?

Zenzero in gravidanza e allattamento

Un’altra questione piuttosto comune da parte delle donne che stanno per avvicinarsi per la prima volta al mondo dello zenzero, è se lo zenzero in gravidanza e allattamento sia ammesso, o se invece sia meglio farne a meno.

In linea di massima, anche durante la gravidanza e l’allattamento l’uso dello zenzero andrebbe limitato, fin dove possibile. Per quanto riguarda l’allattamento, per esempio, è possibile che lo zenzero possa influenzare il sapore del latte materno, rendendolo magari meno gradito al neonato.

Questo non significa comunque che lo zenzero debba rientrare necessariamente nel novero delle sostanze vietate durante la dolce attesa. Come sempre, anche in questo caso val la regola di parlarne con il vostro medico curante, l’unico autorizzato a fornirvi delle raccomandazioni puntuali in tal senso.

Controindicazioni zenzero

Gli effetti collaterali e le controindicazioni dello zenzero non finiscono certamente qui. Per esempio, chi soffre di particolari allergie potrebbe vedere i propri segnali più tangibili, come le eruzioni cutanee, potenzialmente amplificate proprio a causa dello zenzero.

Inoltre, molte persone lamentano – dopo l’assunzione di zenzero, soprattutto in polvere – un aumentato gonfiore addominale e un’accentuata aerofagia.

Come se non bastasse, diverse analisi piuttosto recenti hanno dimostrato come lo zenzero possa influenzare la pressione del sangue, il ritmo cardiaco e la coagulazione (abbiamo tra l’altro recentemente parlato della relazione tra zenzero e pressione alta). Pertanto, l’assunzione dello zenzero, soprattutto in alte qualità, non dovrebbe essere consigliabile nelle persone che già soffrono di pressione alta (ipertensione) o in quelle persone che hanno vari problemi cardiaci.

Come assumere lo zenzero (senza subire effetti negativi)

Come abbiamo avuto modo di ricordare nelle scorse righe, i potenziali effetti negativi dello zenzero sono particolarmente numerosi.

Ad ogni modo, non c’è granché di cui preoccuparsi: parliamo infatti di effetti negativi non comuni, che sono transitori e in grado di colpire un ristretto numero di persone rispetto a tutti coloro che invece potrebbero ottenere significativi benefici dal suo uso.

Da quanto abbiamo rammentato dovreste tuttavia tenere a mente una conclusione fondamentale: come ogni sostanza, anche lo zenzero non dovrebbe essere assunto con eccessiva leggerezza, visto e considerato che un uso esagerato può condurre più pregiudizi che vantaggi.

Meglio pertanto limitare l’assunzione dello zenzero a dosi moderate. Dosi eccessive e spesso incontrollate possono infatti favorire nausea, vomito, diarrea e addirittura una condizione di intossicazione alimentare.

Ma quale potrebbe essere la dosegiusta” di zenzero? Secondo i medici, è raccomandato un quantitativo di zenzero di circa 10 – 30 grammi di radice fresca al giorno: superata questa dose, si aumenta considerevolmente il rischio di andare incontro alle controindicazioni di cui abbiamo parlato.

Ricordate infine di mangiare solamente la parte interna della radice e, dunque, di sbucciare lo zenzero prima del consumo: la buccia, soprattutto se non lavata, può infatti favorire la formazione di infezioni e di irritazioni all’apparato digestivo.

A margine di quanto abbiamo oggi approfondito, non possiamo che concludere con una raccomandazione che più volte abbiamo avuto il piacere di condividere: domandate sempre al vostro medico di riferimento come comportarsi in caso di assunzione o meno di zenzero e, più in generale, di variazioni delle vostre abitudini alimentari, evitando di ricorrere a soluzioni fai-da-te che, a volte, potrebbero portarvi a risultati diametralmente opposti a quelli che avevate intenzione di raggiungere.

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