L’Europa diventerà al 100% Rinnovabile? Tra crisi economica e mercato asiatico

rinnovabili in europa

La Global Alliance ha sollecitato l”Europa affinché muova i primi passi verso un futuro al 100% rinnovabili. I legislatori europei hanno fissato tale obiettivo per il 2050: in altre parole, entro i prossimi 36 anni, gli Stati membri dell”UE dovrebbero installare abbastanza potenza da poter soddisfare l”intero fabbisogno energetico di tutta Europa.

La Global Alliance, dopo aver osservato la condotta dell”UE, ha fortemente criticato i suoi legislatori perché avrebbero potuto fissare obiettivi per una diffusione molto più aggressiva e capillare delle energie rinnovabili. Tra i membri della Global Alliance figura l”Istituto Fraunhofer per i sistemi a energia solare, la World Wind Energy Association per l”energia eolica e il World Future Council per le infrastrutture energetiche.

Entro il 2020, il 20% del fabbisogno energetico europeo dovrà essere coperto da energie rinnovabili e ne medio termine, tale percentuale dovrà salire al 30-35%. Quest”ultimo goal dovrà essere compiuto entro il 2030.

Purtroppo non tutti gli Stati Membri hanno fissato obiettivi che mirano alla diffusione di energia pulita. L”Italia, per esempio, sta puntando alla diffusione di energia da combustibili fossili con un fitto piano di trivellazioni e concessioni alle aziende del petrolio. Mentre la Francia sta cercando di abbandonare il nucleare a favore di energia più pulita, un certo numero di Stati membri hanno fissato ottimi obiettivi per la diffusione di energia rinnovabili:
-la Norvegia ha fissato un obiettivo che prevede di soddisfare il 67,5% del fabbisogno energetico del paese con energia pulita
-La Svezia mira ad abbandonare del tutto i Combustibili Fossili e il primo step a breve termine prevede di coprire il 49% della domanda energetica con le rinnovabili
-In Lettonia si parla di soddisfare il 40% della domanda energetica del Paese con energie pulite

A parte tali Paesi, gli altri Stati Membri non hanno piano altrettanto aggressivi. I legislatori europei, pertanto sono stati invitati ad lanciare iniziative volte alla diffusione di tecnologie a basse emissioni di carbonio: a causa della crisi economica della Zona Euro, i prezzi del mercato del carbonio sono scesi ai minimi storici e le emissioni di anidride carbonica non accennano a diminuire. E” per questo che l”UE sta cercando di sviluppare un sistema di scambio emissioni (ETS) così da tutelare la sicurezza ambientale ma anche la sanità pubblica.

Chi si oppene alla diffusione delle energie rinnovabili?
La Gran Bretagna, entro il 2050, dimezzerà le sue emissioni di gas serra ma è categoricamente contraria alle politiche aggressive di diffusione delle energie rinnovabili. Il Regno Unito sembra essere più interessato a sviluppare un piano energetico basato sul nucleare piuttosto che alla distribuzione su larga scala di infrastrutture per la produzione di energie rinnovabili. L”opposizione di un Paese economicamente forte come l”Inghilterra si fa sentire e come se questo non bastasse, i dazi antidumping imposti alle importazioni di prodotti solari dalla Cina rallenteranno l”espensione del settore fotovoltaico. Un altro duro colpo che l”UE subirà dall”Asia e in particolar modo dalla Cina, è l”entrata di quest”ultima nel sistema di scambio di emissioni.

La Cina, a seguito del lancio del suo primo sistema di scambio emissioni ha introdotto la Pena di Morte per chi è colpevole di grave inquinamento ambientale. L”India, la Cina e il Giappone stanno rapidamente emergendo nel mercato globale delle energie rinnovabili affermandosi come i nuovi leader di settore.

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