Perché non riesco a dimagrire?

Nonostante fatiche e privazioni ogni giorno, perché non riesco a dimagrire?

Ogni persona ha caratteristiche fisiche e psicologiche proprie e non esiste una soluzione valida per tutti. Le cause più comuni del perché non si riesce a dimagrire sono diverse: spetta a voi capire come comportarvi e cambiare la situazione.

Possono essere anche più motivi concatenati e a questo punto è opportuno ricorrere a uno specialista.

Precisazione fondamentale: alla base deve esserci una dieta studiata e personalizzata da un esperto –non giornali o fai da te o voci- e una costante attività fisica.

Tra le cause
Metabolismo lento: il complesso dei processi del corpo grazie al quale il cibo viene trasformato in energia (calorie), è rallentato per accumulare grasso di riserva.

Se si escludono disfunzioni della tiroide, ciò è dovuto al salto dei pasti o al seguire diete troppo restrittive. Per tali motivi, al contrario di quanto si può pensare, per riattivare il metabolismo bisogna mangiare più proteine, avere un’alimentazione sana e leggera e svolgere molta attività fisica.

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Stress: un periodo particolarmente stressante in cui si dorme poco e malamente può alterare il livello degli ormoni responsabili dell’appetito, della sazietà e del metabolismo. Meglio quindi dormire di più e bene, aiutandosi anche con tisane o yoga e meditazione: secondo gli ultimi studi effettuati, la privazione di sonno causa il rilascio di cortisolo e l’aumento di peso.

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Alcool: l’assunzione eccessiva di alcool, anche solamente legata a feste, aperitivi, serate, etc, è uno dei primi nemici del dimagrimento. L’ingente quantità di calorie ingerite in così poco tempo e quantità, si trasforma immediatamente in grasso e cellulite. Infatti, il fegato, sollecitato eccessivamente, non riesce a filtrare e quindi la trasformazione in adipe è diretta.

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Limitarsi dunque a 1 bicchiere di vino a pasto ed eliminare gli altri alcoolici, qualsiasi, lontani da questo. Al contrario, bere acqua a volontà (2 litri al giorno) e ridurre il sale per combattere la ritenzione idrica.

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Pasti saltati: non saltare mai i pasti. Il corpo, in carenza, reagisce spontaneamente riducendo i consumi e trasformando qualsiasi “cosa” in grasso, come riserva (è un meccanismo naturale di autoconservazione), quindi si otterrà l’esatto contrario.

Sedentarietà: non dimenticare mai di svolgere una regolare e sana attività fisica (almeno 5 ore a settimana), anche nel quotidiano preferendo le scale all’ascensore, la bicicletta o le proprie gambe all’automobile.

Cibo inconsapevole o per distrazione: attenzione a quando si mangia per accompagnare un’altra attività (es. snack davanti alla tv), perché l’attenzione non è volta al cibo e quindi si ingerisce a dismisura, per la maggior parte delle volte, cibi non propriamente “sani”.

Come si mangia: masticare lentamente e a lungo, in modo da avvertire il senso di sazietà. Mangiando velocemente non ci si sente soddisfatti perché pare poco il cibo e non ci si sente ancora sazi: e questo è un pericolo perché si continua a mangiare oltre a quanto richiesto naturalmente dall’organismo.

Tipo di Dieta: non seguire diete restrittive e punitive, perché in poco tempo non si riesce più a sostenerla. Optare per un regime alimentare consono a sè stessi e alla propria vita, fatto anche di concessioni e sfizi saltuari: mai sentirsi frustati facendo la dieta, altrimenti si tornerà inevitabilmente presto alle vecchie cattive abitudini.

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Volontà: elemento fondamentale, insieme alla motivazione, per intraprendere e portare a compimento la dieta, l’attività fisica e i cambiamenti da apportare alle proprie abitudini.

Predisposizione genetica: se si è nati sottopeso, il corpo tende sempre ad accumulare grasso come ha dovuto fare nei primi giorni di vita.

Danno mitocondriale: dovuto all’azione dei radicali liberi, peggiora l’attività dei mitocondri e fa aumentare l’accumulo di adipe.

Omeostasi sana: si potrebbe non perdere peso o più peso perché il corpo ha raggiunto il proprio peso “ideale”  giusto (anche se può non essere il livello di magrezza desiderato).

Associazioni mentali negative: se i pensieri sulla dieta e il dimagrimento sono negativi, la voglia e la qualità di vita concreta sarà sempre negativa perché, già in partenza, la persona vive male questo cambiamento.

Meglio associare dunque delle sensazioni positive al cambiamento che si sta facendo, con il piacere di fare qualcosa (una passeggiata o nuove e alternative ricette rispetto alle solite, piuttosto che pensare “devo uscire a fare sport” o “non posso mangiare questo in quel modo”) e contenti dei risultati che si otterranno.

Il pensiero deve volgere al positivo di come si migliora e non inabissarsi sulla frustrazione delle privazioni.

Paura del cambiamento: essere sempre uguali e fare sempre le stesse cose è comodo e sicuro. Ma per migliorare e perdere peso, in questo caso, l’abitudine diventa un limite che impedisce di dimagrire. Non bisogna avere paura di cambiare i propri ritmi e abitudini.

Anzi, il cambiamento vi porterà a star meglio e a eliminare i cattivi comportamenti, in modo che quelli nuovi buoni e corretti diventino le nuove e sane abitudini di vita.

Dott.sa Eliana Cortez

 

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